Intervista a Francesca Re David su il manifesto a firma di Massimo Franchi
«Uno sciopero nella distanza è un po’ complicato ma è andato molto bene e la reazione dei lavoratori è positiva». Francesca Re David, segretaria Fiom, è sollevata e soddisfatta dell’adesione alle quattro ore di sciopero nazionale di ieri.
Come si aspetta che reagisca Federmeccanica?
Quando fai uno sciopero durante una trattativa è sempre per poter portare avanti il tavolo. Mi aspetto che Federmeccanica ci convochi e ci presenti una proposta diversa. Da un anno a questa parte non abbiamo fatto passi avanti mentre i lavoratori hanno continuato a dimostrarsi indispensabili nella pandemia. L’essenzialità dei lavoratori si deve tradurre nella firma di un buon contratto.
Quattro anni fa con Fim e Uilm scioperaste allo stesso modo, ma Federmeccanica tornò con una proposta salariale bassa e tanto welfare aziendale. Questa volta rimarrete fermi su un aumento forte?
Quattro anni fa Federmeccanica proponeva di dare l’aumento solo alle aziende che non avevano il secondo livello di contrattazione. Poi riuscimmo a sbloccare la trattativa concordando un aumento pari all’inflazione ex post e allargando la sanità integrativa tutta a carico delle imprese. Fu un contratto sperimentale che si basava sull’estensione della contrattazione aziendale, ma Federmeccanica non l’ha rispettato visto che la contrattazione di secondo livello non si è allargata. Per questo noi questa volta puntiamo ad un aumento sui minimi dell’8 per cento.
«È passato un anno e il mondo con il Covid è cambiato», sostiene Federmeccanica. La pandemia aggiorna la vostra piattaforma?
Siamo consapevoli di trovarci in mezzo ad una pandemia. Ma molti settori hanno guadagnano e il contratto ha una validità di anni: serve per ripartire. Rispetto alla nostra piattaforma, la pandemia rende necessario dare più importanza al tema dello smart working - molti impiegati sono a casa, mentre i settori progettazione lo sono di meno - che va regolato e soprattutto della riduzione di orario: su questo tema ci aspettiamo che il governo ci dia una mano con ammortizzatori sociali che premino la riduzione di orario.
Federmeccanica è sulla linea Bonomi di aumenti salariali bassi o sarà capace di smarcarsi dal capo di Confindustria?
Federmeccanica tiene molto a mettere in evidenza l’autonomia del tavolo negoziale dei metalmeccanici. Il problema è che le imprese al suo interno sono diverse. Sul territorio aumenta il peso delle imprese più piccole che spesso usano appalti di quelle più grandi - che quindi hanno responsabilità di questa situazione - e puntano solo sulla riduzione dei costi.
Veniamo alle due vertenze più urgenti: Ilva e Whirpool. Qual è la situazione?
Su Ilva ci è appena stato comunicato il licenziamento di un lavoratore di Taranto iscritto alla Fiom ed è per ora sospeso un delegato della Fiom, mentre da tempo denunciamo la poca sicurezza nell’acciaieria dovuta al calo della manutenzione degli impianti. L’azienda dimostra così di voler rompere le relazioni industriali e credo che sia una cosa scandalosa, specie mentre è in corso una trattativa per l’ingresso pubblico di cui non sappiamo niente per un comportamento inaccettabile del governo.
E su Whirpool? Ieri a Napoli ha scioperato tutta l’industria e il terziario.
Sì, molto partecipato. Noi continuaiamo a dire al governo che una multinazionale non può stracciare un accordo firmato al Mise: evidentemente la chiusura di Napoli era già decisa. Per noi la lotta va avanti: con ci sono alternative allo stato attuale alla continuità produttiva di Whirlpool.