Domenica, 22 Dicembre 2024

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Su Jabil decisione inaccettabile. E adesso attenti alla Whirlpool

«È inaccettabile che una multinazionale pensi di prendere quello che il Governo le da, cioè gli ammortizzatori sociali per l'epidemia Covid-19, quindi la cassa integrazione, e poi invece ignori il contenuto del decreto stesso nella parte che prevede il blocco dei licenziamenti». E’ il commento della numero uno della Fiom-Cgil, Francesca Re David sui 190 licenziamenti nel sito di Marcianise che Jabil effettuerà il 25 maggio.

Cosa si può fare per evitarlo e come si spiega questa violazione di un decreto governativo da parte di una multinazionale americana?

«L'atteggiamento di Jabil è inspiegabile, tanto più che non ha deciso di chiudere la fabbrica di Marcianise. Il Governo ovviamente non può permettere che ciò accada e il ministro Catalfo si è detta disponibile ad un incontro con le parti. Ma ovviamente il principio è che in questo momento Jabil non può licenziare nessuno dopo aver preso tutti gli ammortizzatori».

Una vicenda piuttosto paradossale?

«Sì, anche tenendo conto un altro aspetto di non poco conto che vale per Jabil come per altre aziende che hanno usufruito in questo periodo della cosiddetta cassa integrazione Covid. La proroga del decreto prevede che altre cinque settimane possano essere chieste entro il 30 agosto e le successive quattro dal primo settembre al 31 ottobre. Dunque la stragrande maggioranza delle aziende, che ha iniziato la cassa a marzo, ha finito le prime nove settimane già ora. Chiedendone subito altre 5, finirà anche quelle poco dopo la metà di giugno. E a quel punto dato che per la nuova domanda si dovrà attendere settembre, c'è nel decreto un buco per luglio ed agosto, due mesi in cui non si sa i lavoratori che fine faranno».

Whirlpool Napoli, le Rsu chiedono che si riapra al più presto il tavolo governativo. E’ quasi un anno e il Governo non ha trovato una soluzione per chiudere la vertenza.

 «Il paradosso è che ai lavoratori dello stabilimento di Napoli durante la prima fase del lockdown è stato chiesto di lavorare più degli altri. C'è rispetto alle persone un atteggiamento imbarazzante di Whirlpool. La cultura americana ha molto da imparare sul rispetto dei diritti e delle persone che lavorano. E l'Europa non dovrebbe farsi colonizzare. Da una parte riteniamo che il futuro del sito di Napoli rientri in un quadro di completo disimpegno dell'azienda in Italia, visto che in tutte le fabbriche oggi c'è cassa integrazione. Il piano di Whirlpool ad oggi ed anche prima dell'epidemia Covid-19 non è stato rispettato in nessuna delle fabbriche in Italia. In questo caso il Governo dovrebbe decidere che una voce in capitolo si deve avere, e che non si danno i soldi alle aziende che poi fanno quello che vogliono. E’ urgente la convocazione di un tavolo, nel quale deve essere ribadito il no alla chiusura del sito di Napoli».

Dopo e Whirlpool preoccupano tante altre vertenze congelate con il lockdown.

«IL Covid-19 non ha interrotto le crisi, tutti i tavoli aperti e poi congelati non sono stati riconvocati. Quindi è ora che il Governo prenda in mano le politiche industriali di questo Paese, coinvolgendo anche il sindacato e i lavoratori. E nel Sud la situazione si è fatta drammatica, siamo all'oscuro di tutto. Il Mise non ci ha mai cercato, siamo noi che cerchiamo disperatamente di avere dei contatti, qualche volta riuscendoci altre no».

Cosa pensa della vicenda Fca e della volontà del gruppo automobilistico di aderire ai finanziamenti previsti dallo Stato in questo periodo per far fronte alla crisi innescata dalla pandemia?

«Penso che è un falso problema. Noi l'abbiamo posto nel 2014 quando veniva spostata la sede legale in Olanda e nessuno ci ha dato retta. II tema vero è che mettendo lo Stato italiano le risorse in un momento in cui Fca è ad un passo dalla fusione con Psa, il governo dovrebbe chiedere come l'azienda vuole rafforzare gli stabilimenti in Italia anche oltre il piano industriale, come si occuperà della filiera e contemporaneamente prendere delle azioni del nuovo gruppo automobilistico in modo da starci dentro». 

 

 

 

 

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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