Da lunedi 30 novembre a venerdi 11 dicembre a Parigi si terrà la nuova conferenza sul clima indetta dall'Onu, la cosiddetta Cop21. L' obiettivo della conferenza è racchiuso nel tentativo di far adottare dai governanti di 195 paesi e in particolare dagli Usa e dalla Cina, un accordo che impegni realmente a ridurre la temperatura del pianeta di 2 gradi centigradi.
L'aumento della temperatura, rapidamente acceleratosi negli ultimi vent'anni, ha prodotto una variabilità climatica e fenomeni meteorologici quali l'innalzamento degli oceani, le tempeste improvvise, l'aumento degli uragani, cosi come le siccità che hanno desertificato estese aree del mondo.
L'aumento della temperatura è la diretta conseguenza dell'incremento delle emissioni di Co2 e di gas serra e se non si porrà rapidamente un freno a tale situazione, assisteremo a una accelerazione del cambiamento e peggioramento climatico.
Il cambiamento del clima non è un fattore neutro e non incidente sulla condizione umana ma produce un peggioramento della salute, con un accresciuto aumento della malattie respiratorie, cardiologiche, della pelle e delle patologie tumorali e soprattutto determina, a causa delle conseguenze delle sempre più estese inondazioni e tempeste, migliaia di morti e feriti ogni anno e per la desertificazione di estese aree dell'Africa processi di migrazioni che coinvolgono milioni di persone.
Si calcola, con stime molto prudenziali che negli ultimi vent'anni le catastrofi naturali abbiano ucciso 600.000 persone perlopiù a basso reddito e in paesi a basso Pil e non è senza significato che questi fenomeni mettano a rischio anche la tenuta della biodiversità e il permanere di tante specie animali, comprese quelle necessarie per l'alimentazione umana.
A fronte di tale drammatico quadro ogni persona di buon senso penserebbe che le soluzioni utili e possibili siano a portata di mano a Parigi e tali da ottenere i risultati sperati, ma purtroppo la realtà è ben diversa.
Per quello che ne sappiamo , la conferenza non si concluderà con decisioni vincolanti per ogni paese ma semplicemente con delle “raccomandazioni” e molto diluite nel tempo.
”Decisioni vincolanti” per tutti i paesi significherebbe rimettere in discussione di fatto l'unico modello economico che governa il mondo e cioè quello del sistema finanziario, imperniato sulla ricerca della ricchezza senza limiti e dunque violento con la natura e l'ambiente. Un modello non solo economico ma anche industriale e di sviluppo che difende un'industria energivora e inquinante e il soddisfacimento energetico fondato sulle risorse fossili, compreso il carbone, il più inquinante.
Tale modello di sviluppo è l'espressione di politiche economiche e sociali ove i diritti delle persone sono sempre più ridotti se non cancellati e ove i lavoratori non sono più considerati persone ma merci.
Questo modello, i potenti del mondo intendono conservarlo, anche se ci ha portato alla crisi più devastante e prolungata degli ultimi decenni con l'aumento delle diseguaglianze, con nuove povertà e guerre e terrorismo.
Spetta a noi, alle donne e agli uomini che credono ancora nella costruzione di un mondo in cui i popoli vivano in pace e in equilibrio con l'ambiente, far sentire la propria voce contraria, che dica un forte no ai cambiamenti climatici e le ingiustizie che ne derivano e in questo dobbiamo impegnarci in tanti, compresi gli iscritti e i delegati della Fiom.
Crediamo indispensabile un'assunzione di responsabilità determinata e condivisa per dare risposte efficaci e indicare soluzioni alla crisi climatica e ambientale che mette a rischio l'esistenza stessa del pianeta e di chi lo abita individuando strade alternative a quei modelli d'industria inquinante che conosciamo anche individuando nuove e diverse possibilità lavorative.
La Fiom insieme a tutte le altre organizzazioni che hanno costituito la Coalizione Clima ha indetto insieme ai tanti altri che marceranno per le strade del mondo nella Global Climate March, a Roma domenica 29 novembre, la manifestazione nazionale che partirà da Piazza Campo Dei Fiori alle ore 14,00 arrivando a via dei Fori Imperiali alle 17,00. La manifestazione che si concluderà con un concerto vuole rappresentare una precisa richiesta al governo italiano, che parteciperà alla conferenza di Parigi, perchè si adoperi affinchè si smentiscano le nostre preoccupazioni ed effettivamente si realizzi un accordo vincolante per la riduzione delle emissioni da parte di tutti i paesi del mondo.
La Marcia vuole essere un'ulteriore prova che è estesa la reazione delle persone al clima di paura che il terrorismo ha generato e marceremo in tanti anche per Parigi, dove sono vietate tutte le manifestazioni continuando a batterci contro la violenza e l'odio insieme ai tanti altri che il 29 novembre marceranno nel mondo in oltre 50 manifestazioni.
Link con una selezione di foto e racconti dagli eventi in giro per il mondo:
- https://secure.avaaz.org/en/climate_photos/