Ad un anno e mezzo dalla crisi della Wartsila Italia non ci sono ancora progetti concreti di attività industriale con il rischio di licenziamento dei 300 lavoratori oggi in contratto di solidarietà.
Gli impegni assunti nel luglio scorso dal Governo e dalla Regione Friuli Venezia Giulia sulla reindustrializzazione del sito di Trieste rimangono inevasi: nell’incontro di ieri il Governo non ha presentato alcun progetto concreto di reindustrializzazione del sito dichiarando tra l’altro il disimpegno della multinazionale Mitsubischi annunciata per lettera solo qualche giorno fa.
Siamo ancora in assenza di una soluzione, ad un mese dalla scadenza del contratto di solidarietà dei lavoratori del Dct, di cui portano la responsabilità la multinazionale Wartsila e lo stesso Governo.
In questo quadro il Governo ha annunciato la definizione di un accordo di programma con le Istituzioni locali e l’Autorità Portuale triestina, fermo restando la conferma dell’interesse di Ansaldo Energia e di una disponibilità di Fincantieri, annunciata dalla Sottosegretaria Bergamotto, ad “essere protagonista nel contribuire alla reindustrializzazione del sito”
La dichiarata strategicità del sito di Trieste, più volte sostenuta dal Governo, dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dai parlamentari locali, non ha finora prodotto nessun progetto industriale concreto in alternativa e in sostituzione al disimpegno di Wartsila.
Fim Fiom Uilm, nell’esprimere un giudizio complessivamente negativo dell’incontro di ieri con il Governo, richiedono con forza risposte concrete nel prossimo incontro del 19 dicembre al MIMIT. Sono convocate le assemblee a Trieste per la giornata di lunedì 4 dicembre prossimo.
Fim Fiom Uilm Nazionali
Roma, 1º dicembre 2023