“In relazione al CCSL, la Fiom, pur non essendo firmataria, ha presentato legittimamente le proprie richieste chiedendo un unico tavolo, unitario per la negoziazione.
La richiesta principale è quella relativa all’incremento dei minimi che è di 187 euro per il biennio 2025-2026.
Prevedere una clausola di “salvaguardia” con adeguamento nel caso in cui l’inflazione risultasse superiore; stabilire nuovi trattamenti economici e normativi per le trasferte. È centrale anche la richiesta di una integrazione del salario in caso di utilizzo di ammortizzatori sociali.
Inoltre, chiediamo che Il PdR deve prevedere una parte fissa e la sua maturazione deve avvenire anche nei periodi di assenza (infortunio, malattia, ammortizzatori sociali, maternità).
Riguardo allo smart working, la richiesta è di affrontare il tema dei costi utenze, materiali di consumo ecc., di mettere a disposizione tutti gli strumenti atti allo svolgimento del lavoro da remoto e garantire il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza.
Per la Fiom l’obiettivo di tutelare i salari dei lavoratori è centrale, e riteniamo che un’azione unitaria possa certamente dare risposte più efficaci a lavoratrici e lavoratori.
Di fronte alla crisi di interi settori industriali, a partire dall’automotive e macchine agricole e movimento terra, la Fiom vuole continuare a rappresentare un elemento di coerenza e di fiducia per le lavoratrici e i lavoratori”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Maurizio Oreggia, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 4 dicembre 2024