Il 18 novembre firmato l’accordo di ristrutturazione più grande nella storia di VW noto come “Patto per l’avvenire”
Dopo essere stata duramente colpita dallo scandalo Diesel dello scorso anno l’azienda ha dichiarato l’eliminazione di 30.000 posti di lavoro di cui 23.000 in Germania entro il 2020 e un taglio di costi di 3,7 miliardi di euro l’anno per lo stesso periodo. Allo stesso tempo annunciata la creazione di 9000 posti di lavoro nei settori del trasporto elettrico e per la digitalizzazione.
I licenziamenti non saranno forzati e fa da contro altare l’impegno della casa automobilistica a svolgere la produzione delle auto elettriche principalmente in Germania come richiesto dal sindacato. L’impegno quindi è quello che non ci siano licenziamenti forzati per motivi economici fino al 2015 ma l’abolizione dei posti avverrà attraverso scivoli pensionistici e pensionamenti anticipati progressivi così come attraverso una drastica riduzione del personale a tempo determinato. Volkswagen che impiega 624.000 persone in tutto il mondo e 282.000 in Germania si è impegnata anche ad investire 3.5 miliardi di euro in nuove tecnologie che dovranno appunto sostenere la creazione dei 9000 posti di lavoro che dovrebbero essere in gran parte occupati da dipendenti di VW.
In totale, il patto permetterebbe, secondo Bernd Osterloh dell’IGM, di portare all'eliminazione di 14.000 posizioni. Il rappresentante dei lavoratori che siede nel consiglio di sorveglianza di VW ha insistito anche su un altro punto importante: l’aver ottenuto la garanzia che i veicoli del futuro saranno costruiti in Germania e non all’estero.
Fiom-Cgil nazionale
Roma, 23 novembre 2016