Ieri 15 aprile il coordinamento nazionale Vitrociset ha nuovamente incontrato la direzione aziendale in merito al tavolo di negoziazione che la stessa ha proposto a tutte le organizzazioni sindacali.
Si è chiaramente delineato il quadro delle richieste aziendali:
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abrogazione 14a mensilità,attualmente prevista dalla contrattazione aziendale, per tutti i neoassunti;
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rivisitazione premio di risultato su linee produzione carrelli Jsf;
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possibile ricollocazione, previo demansionamento inquadramento e riduzione retribuzione, per parte dei tecnici manutentori del poligono militare nella produzione Jsf.
In sostanza la direzione aziendale ha chiesto di concordare in tempi brevissimi la cancellazione di parte rilevante della contrattazione aziendale attualmente vigente in tutto il gruppo. A questo obbiettivo lega l'assunzione, a tempo determinato, in un percorso di progressiva stabilizzazione, di circa una ventina di lavoratori per l'avvio delle produzioni dei carrelli dopo il benestare e gli apprezzamenti ricevuti dalla Lockeed Martin.
Abbiamo espresso la nostra indisponibilità ad avviare un tavolo di trattative che ha come unico obbiettivo dichiarato la riduzione delle retribuzioni dei lavoratori e la cancellazione di una parte della storia sindacale. Non solo perché a breve sarebbero i lavoratori a dover elaborare la loro piattaforma, le loro richieste per il rinnovo del contratto integrativo aziendale in scadenza.
Non riconoscere la quattordicesima mensilità ai neoassunti, sebbene appaia nell'immediato come qualcosa che non tocca i lavoratori in forza, produce in realtà quel doppio regime salariale che nelle aziende rende più appetibile il lavoro dei giovani in sostituzione di quello di quelli "anziani", considerati più costosi, meno efficienti ecc ecc..
Non è accettabile che si ponga come condizione per la ricollocazione di lavoratori, attualmente inquadrati come tecnici manutentori nel poligono militare di Capo San Lorenzo, la riduzione delle loro retribuzioni mentre ci si appresta ad assumere con salari più bassi. Per tre ragioni. In primo luogo non è accettabile che la retribuzione diventi variabile dipendente delle commesse acquisite o dei bilanci aziendali, sia perché dovrebbe essere su altri terreni che un'azienda e il suo management giocano la loro sfida, sia perché non è chiaro se esista o meno un punto di fine a questa riduzione salariale.
In secondo luogo questi lavoratori sono già in forza all'azienda e la loro ricollocazione è un esercizio doveroso. Infine, per la ragione che ancora una volta si produrrebbe una situazione di pesante implicito ricatto: se ti abbassi lo stipendio lavori.
Crediamo che si possa e si debba togliere dal tavolo di discussione ogni elemento irricevibile. Siamo molto interessati alle prospettive dell'azienda, siamo impegnati da sempre, e tutti gli atti lo dimostrano, a contribuire all'acquisizione di nuove commesse. Proprio per questo riteniamo non percorribile la strada che propone l'azienda.
E' sufficiente avere nozione di quanto risparmierebbe Vitrociset da questi tagli in rapporto al valore della commessa per capire che non vi è alcuna ragione economica, a maggior ragione viste le buone perfomances del bilancio 2013, che può giustificare la riduzione delle retribuzioni e la cancellazione della 14ma mensilità per l'avvio della produzione dei carrelli. In un paese devastato dalla precarietà, dalla disoccupazione, dal crollo del potere d'acquisto dei salari (come periodicamente tutti gli indicatori ci ricordano) dove sono possibili 46 forme di contratto d'assunzione, dove è massima la flessibilità del lavoro nessuno può sostenere socialmente che quella poca, pochissima nuova occupazione è esattamente solo il reintegro una parte di quelli che vengono licenziati perché "vecchi" e costosi e che a questi giovani si debba applicare un regime salariale più basso. Tanto più se si parla di produzioni militari, di alto valore tecnologico, di F-35.
Sarebbe davvero grave se risultasse che l'azienda utilizza la Sardegna e le preannunciate assunzioni come grimaldello per scardinare la struttura retributiva a tutti i dipendenti. Non vogliamo credere che di fronte alle dimensioni della sfida che Vitrociset sta perseguendo tutto debba precipitare sulla più semplice delle operazioni, tagliare le retribuzioni. Per quanto ci riguarda non siamo disponibili a operazioni di questo segno. Non può essere che proprio l'iniziativa sindacale anziché impedire il dumping tra lavoratori ne sia invece l'artefice. Al termine dell'incontro l'azienda dietro sollecitazione si è impegnata a elaborare un testo che nel dettaglio specifichi il quadro delle sue richieste e delle sue disponibilità e che ci verrà consegnato nel prossimo incontro.
FIOM NAZIONALE
Roma 16 aprile 2014