Giovedì 19 marzo u.s., abbiamo incontrato la direzione Vitrociset nell'ambito della trattativa in corso sul contratto aziendale.
È stato nuovamente proposto di restituire 4 giorni di Par all'azienda che questa volta ha dettagliato gli aspetti contrattuali di quest'operazione. Questo punto appare uno dei meno sostenibili per diverse ragioni. In particolare:
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i lavoratori saranno comandati a lavorare annualmente 4 gg in più;
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sul totale dei dipendenti attuali produrrebbe la riduzione di 17 posti di lavoro (l'effetto diretto dell'aumento degli orari di lavoro);
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non è previsto alcun meccanismo che lasci al lavoratore la scelta se restituire o meno i par;
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non esiste alcun legame diretto tra la restituzione dei par e il welfare contrattuale, l'azienda riconoscerebbe annualmente sotto forma di liberalità (totalmente esentasse) un importo simile (diviso per fasce di ral).
Tutto ciò determina che l'unica cosa certa dell'operazione sui par è la perdita di 4 giorni di permessi retribuiti per tutti i lavoratori. Mentre, anche a fronte di un versamento simile sotto forma di welfare che non potrebbe divenire impegno formale sottoscritto, per l'azienda il risparmio sarebbe enorme. Una cosa inaccettabile.
Il dott. Campello ha successivamente letto i titoli che prevede di inserire nell'ipotesi di accordo e dettagliato la proposta di premio di risultato da pagare in natura.
Gli obbiettivi del premio, sempre deciso annualmente dall'azienda in linea con il budget, appaiono molto difficilmente raggiungibili nonostante le stime del piano industriale siano state ufficialmente riviste al ribasso. Gli incrementi di redditività e valore della produzione nel prossimo triennio, su cui l'azienda vuole legare salario dei lavoratori, appaiono in totale distonia con l'andamento dei mercati e dell'economia. In sostanza l'asticella che i lavoratori dovrebbero saltare per accedere al premio è talmente alta da far risultare lo stesso aleatorio. E in più gli incrementi annui paiono dei veri e propri balzi. Ciò rende più difficile discutere delle quantità economiche visto che senza una radicale revisione degli obbiettivi e dei meccanismi di accesso difficilmente verrà mai conquistato.
La discussione è poi proseguita sugli altri temi senza registrare nessun cambiamento significativo. Resta il pesante doppio regime salariale e normativo per i neoassunti.
La trattativa prevede ora un nuovo incontro per il 25 marzo. Quello che al momento emerge con nettezza è che l'azienda non solo non mette risorse per questo contratto ma punta a grossi risparmi. Sulle specificità della contrattazione vigente in Sardegna si è aperto un confronto territoriale con l'obbiettivo di rendere disponibili al tavolo nazionale e le eventuali soluzioni condivise. Allo stato siamo lontanissimi da una soluzione positiva per i lavoratori e le condizioni per chiudere l'accordo, se non vengono riviste le pretese su straordinari, par, accordistica della Sardegna, doppio regime e PdR , non paiono esserci.
Fiom nazionale
Roma, 23 marzo 2015