Lo scorso 7 novembre, si è tenuta, nel sito di Charleroi, la riunione del Comitato aziendale europeo di Thales Alenia Space, joint venture Leonardo-Thales.
Ancora una volta il management guidato dal francese Hervé Derrey ha confermato un quadro critico della situazione JV.
È lo stesso management a guida francese che a fronte di una persistente criticità (per l’ennesimo anno) si limita a giustificare la situazione aziendale rappresentando, alle organizzazioni sindacali, esclusivamente evoluzioni ed analisi di mercato senza proporre una efficace strategia per rilanciare l’attività delle Telecomunicazioni, il grande punto debole fra gli asset di TAS. Peggiora il dato del cash flow, quello degli extra costi ed il livello dei ricavi complessivi resta “piatto”, ad eccezione della parte italiana che invece cresce e compensa la perdita degli altri paesi.
Fino ad ora non abbiamo mai ascoltato un’assunzione di responsabilità sui drammatici risultati che da ormai troppo tempo puntualmente si riconfermano.
Ricordiamo che, a fronte del persistere di queste difficoltà, quest’anno Thales ha avviato un piano di riorganizzazione 2024-2025 nell’ambito della JV che comporterà il taglio di 1.300 posti di lavoro, di cui 1.000 in Francia; i sindacati francesi hanno annunciato la volontà di impugnarlo.
L’Italia, invece, anche nel 2024 incrementerà ulteriormente ricavi e redditività: i ricavi raggiungeranno un valore pari a quasi la metà di quello della JV, pur avendo un organico pari ad 1/3 di tutta TAS, e l’ottima redditività compenserà quella negativa delle altre entità nazionali, limitando i danni a tutta la JV.
Abbiamo, quindi, ritenuto grave il tentativo compiuto da parte del management a guida francese, nel corso del suddetto incontro, di parificare la situazione industriale ed economica italiana a quella del resto di TAS e, soprattutto, di voler prefigurare per l’Italia scenari analoghi nel futuro, non si sa su quale base, a causa di eventuali scelte sbagliate nel continuare e crescere.
La delegazione Fim Fiom Uilm ha rispedito al mittente il tentativo.
Riteniamo, quindi, opportuno porsi qualche domanda sul perché di questo tentativo: per limitare gli investimenti in Italia? Per limitare la crescita occupazionale (mettendo a rischio i programmi PNRR)? Per limitare (o annullare) la meritocrazia delle lavoratrici e lavoratori italiani? Per rideterminare punti di forza nelle discussioni che in questa fase si stanno tenendo fra i diversi soggetti industriali europei per il futuro dello spazio in Europa?
Fim Fiom Uilm ritengono a questo punto indispensabile porre queste domande anche ai vertici di Leonardo nell’incontro già richiesto e di cui ci si attende una urgente convocazione, a tutela del percorso di crescita avviato in Italia negli ultimi anni e che riteniamo di fondamentale importanza continuare e proseguire.
FIM FIOM UILM NAZIONALI
Roma, 11 novembre 2024