Venerdì, 22 Novembre 2024

Bombardier. Il gruppo va avanti nelle attività propedeutiche alla cessione di ingegneria

Disattesa la richiesta del Mise e delle istituzioni locali di attendere sviluppi rispetto alle prospettive industriali.

Lunedì 6 maggio assemblee dei lavoratori per decidere nuove iniziative

Ieri 29 aprile, al rientro in stabilimento, i lavoratori di Bombardier hanno pensato di essere tornati indietro di molti anni, precisamente a prima del 1989: nei locali oggi utilizzati per la funzione ingegneria è stato infatti costruito, sfruttando la chiusura del 25 aprile e del successivo fine settimana, un vero e proprio muro dotato di porta tagliafuoco e di maniglia antipanico, frazionando pertanto gli uffici che dovrebbero essere nelle intenzioni di Bombardier affittati a Segula, società che acquisirà il ramo d’azienda da fine maggio.

I lavoratori occupati in ingegneria vengono quindi di fatto “segregati” in quei locali. Questa è la nuova condizione che Bombardier ha creato per quei dipendenti che nei primi mesi dell’anno, insieme a tutti gli altri lavoratori del sito produttivo, hanno lavorato, in condizioni di estrema difficoltà causate dalle mancanze e dalla volontà del Gruppo stesso, per ottenere l’omologazione delle locomotive DC3 evitando quindi che Mercitalia rescindesse il contratto. Come detto, i lavoratori sono stati prima gratificati con una “focacciata” di ringraziamento, poi con l’apertura della procedura di cessione dell’ingegneria che rappresenta il primo passo formale per lo scorporo delle attività prima della chiusura dello stabilimento, ed ora con questa nuova condizione lavorativa.

Si pongono dal nostro punto di vista due problemi, uno formale legato al rispetto delle normative vigenti in tema di sicurezza e l’altro politico sindacale.

Infatti, prima della costruzione di questa barriera divisoria, il legale rappresentante dell’azienda ed il responsabile della sicurezza avrebbero dovuto, sulla base del decreto legislativo 81/08, informare i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza dell’intenzione di procedere con tale azione. Successivamente si sarebbe dovuto procedere con l’informazione, la formazione e l’addestramento, in base al Documento di Valutazione Rischi, dei lavoratori designati per le squadre di primo soccorso, incendio ed evacuazione. Oltre a ciò, registriamo anche il mancato aggiornamento della documentazione visiva nonché la relativa inadempienza riguardante i servizi igienici.

L’azienda ha quindi posto in essere, dal nostro punto di vista, una grave violazione delle normative vigenti, approfittando peraltro di quattro giorni in cui lo stabilimento è stato chiuso. Pertanto la RSU e le Segreterie FIM FIOM UILM Savona, nel denunciare con forza quanto successo, chiedono che l’azienda si uniformi immediatamente alle normative e si riservano di informare l’Ispettorato Territoriale del Lavoro su quanto successo.

Sul piano politico sindacale, invece, è evidente come la richiesta arrivata a Bombardier, dalle Istituzioni Locali prima e dal MISE nell’incontro del 19 aprile poi, di non procedere con azioni propedeutiche alla cessione del ramo d’azienda fino alla riconvocazione del prossimo incontro al Ministero previsto per la seconda/terza settimana di maggio sia stata clamorosamente disattesa. Bombardier evidentemente non ritiene, e non è la prima volta che accade, di dare alcun valore alle richieste delle Istituzioni ed utilizza il management italiano, incapace di opporsi a qualunque volontà del Gruppo, per portare avanti, in disprezzo alle normative di legge, i propri piani. Piani che per noi ormai sono chiari: cedere ingegneria senza alcuna garanzia per i lavoratori, chiudere le attività di produzione e tenere, per quanto tempo e dove non si sa, il service. Quello che è evidente è che lo “spezzatino” iniziato è finalizzato a chiudere un sito produttivo presente nel nostro territorio dal 1905, uno stabilimento che ha sempre consegnato al Gruppo importanti utili grazie a performances tra le migliori di tutta Europa.

A questo punto ancora di più diciamo che il tempo è scaduto. O il Gruppo inverte decisamente rotta rispetto alle fallimentari politiche degli ultimi anni grazie anche all’intervento della politica rispetto alle prospettive industriali aperte, o l’unica alternativa alla chiusura è l’arrivo di un’altra realtà del settore produzione di materiale rotabile con programmi di rilancio del sito.

Lunedì 6 maggio dalle ore 9 organizzeremo le assemblee dei lavoratori per decidere con quali nuove iniziative contrastare questo scempio occupazionale ed industriale.

Le Segreterie FIM FIOM UILM Savona

La RSU Bombardier Transportation Vado Ligure

Savona, 30.04.2019

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La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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