Vertenza Bombardier, finalmente ci sono elementi di chiarezza, drammatici, ma di chiarezza: il Gruppo cambia strategia e non presenta il nuovo piano industriale in grado di garantire il mantenimento del sito, oltre la seconda metà del 2019.
Urge un decisivo intervento del MISE per la governance del settore, produzione materiale rotabile, in grado di consentire la sopravvivenza ed il rilancio del sito di Vado Ligure.
All'odierno vertice, svoltasi al MISE, finalmente il Gruppo Bombardier ha messo le carte in tavola. Il ritardo nella collaborazione con Hitachi per la produzione dei treni regionali a potenza distribuita è dovuto anche ad una volontà aziendale, con relativo cambio di piano industriale che porta Bombardier a prediligere un’ipotetica collaborazione con Hitachi sull'alta velocità. Peccato, però, che col cambio dei vertici Trenitalia l'opzione di una gara per ulteriori 50 Zefiro 1000 (di cui 15 opzionando il precedente contratto tra Trenitalia, Hitachi e Bombardier) non sia più, almeno per il momento, in campo. Pertanto l'unico carico di lavoro su cui lo stabilimento può contare è quello legato alle locomotive DC3 con termine estate 2019.
class="western" />Se saranno confermati ulteriori 12 mesi di cigs straordinaria, per area di crisi industriale complessa, al netto di positive novità sugli ammortizzatori sociali che potrebbero essere varate, nel brevissimo periodo, la visibilità di sopravvivenza della fabbrica di Vado Ligure è fissata a fine esercizio 2019.</p> <p class="western">È "ertanto, finalmente, chiaro a tutti che stante così le cose il sito è destinato a chiudere e che non si può aspettare, ulteriormente, per intervenire facilitando soluzioni atte a scongiurare questo drammatico epilogo.</p> <p class="western">Condiv"diamo la posizione del Governo espressa dal vice capo gabinetto Giorgio Sorial e dal Dott. Giampiero Castano, secondo cui le multinazionali non possono solo chiedere di attingere al mercato nazionale, ma che devono anche dimostrare di voler investire nel nostro Paese, trasferendo attività estere e redistribuendo un po' dei molti profitti fatti in passato.</p> <p class="western">A tal p"oposito la Fiom ribadisce come a Vado Ligure debbano essere prodotte anche le locomotive MS3 per TX Logistik (azienda che ha in Trenitalia l'azionista di riferimento) attualmente destinate allo stabilimento tedesco di Kassel. Al tempo stesso, è essenziale che il governo metta in campo politiche di governance del settore al fine di evitare che, ci siano aziende che abbiano problemi a soddisfare tutte le produzioni (al mercato dei treni regionali vanno infatti sommati gli elettrodiesel) nella consapevolezza che chi si è aggiudicato questa commessa è in grado di assicurare carichi di lavoro per molti anni, mentre Bombardier si trova in condizioni di difficoltà e rischia di chiudere l'unico stabilimento italiano. Che una possibile soluzione passi attraverso la definizione di una collaborazione, stabile, con Hitachi, recuperando, velocemente, il rapporto sui treni regionali, è fuori discussione, (troviamo, a tal proposito, le argomentazioni addotte dall'amministratore delegato Corradi, circa l'impossibilità di perseguire questa opportunità assolutamente strumentali, anche in considerazione dell'intenzione del ministro Toninelli di prestare grande attenzione a questo settore, per migliorare, in tempi rapidi, la condizione dei pendolari) oppure, attraverso altre soluzioni, in grado di garantire il nobile risultato della sopravvivenza e della salvaguardia dei livelli occupazionali. Siamo aperti a valutare soluzioni alternative, l'importante è salvare una fabbrica storica in un territorio, quello savonese, che rischia una nuova emorragia occupazionale e produttiva.</p> <p class="western" class=""&q"ot;"western"> </p> <p class""western">Fiom nazionale</"> <p class="west"rn"><br />Roma, 27 s"ttembre 2018</p>""