La Fiom-Cgil rende noto che oggi pomeriggio, lunedì 20 novembre, l'Embraco, azienda del gruppo multinazionale Whirpool che occupa circa 550 lavoratori e produce compressori per sistemi di refrigerazione per il mercato europeo, ha disdettato tutti gli accordi aziendali, andando a tagliare tutta quella parte di retribuzione dei lavoratori contrattata a livello aziendale.
Già pochissimi anni fa i lavoratori avevano accettato un taglio di circa il 25% delle retribuzioni in cambio della promessa di investimenti, nuove produzioni e occupazione per 500 lavoratori, cosa questa mai avvenuta.
In mattinata invece la Commissione Lavoro del Comunale di Torino, alla presenza dell'assessore al Lavoro Alberto Sacco, aveva svolto un'audizione sulla vertenza dell'Embraco.
Nel corso dell'audizione, ai consiglieri comunali era stata ricostruita la vicenda, con particolare riferimento al fatto la multinazionale Whirpool negli anni ha beneficiato di ingenti finanziamenti pubblici ma non ha mantenuto gli impegni per quanto riguarda i piani su investimenti e occupazione.
La commissione aveva poi preso l'impegno di presentare un ordine del giorno da far votare dal Consiglio Comunale e di attivarsi per organizzare iniziative coinvolgendo tutti i Comuni interessati dalla vicenda Embraco. Dagli interventi dei consiglieri comunali era emersa invece la necessità di coinvolgere anche la Città Metropolitana.
La vicenda Embraco sarà anche al centro dell'incontro di domani, martedì 21 novembre, alle ore 9, all'assessorato del Lavoro della Regione Piemonte (via Magenta).
Lino La Mendola, della segreteria provinciale Fiom-Cgil, e Ugo Bolognesi, responsabile della Embraco per la Fiom-Cgil torinese, dichiarano: «Ancora una volta la multinazionale Whirlpool scarica le sue responsabilità sui lavoratori: disdettare gli accordi aziendali è un ulteriore segno di disimpegno ma soprattutto una misura inutile, tanto più in assenza di un piano industriale. D'altra parte è da 15 anni che in questo Paese non si fa altro che emanare leggi, dal libro bianco di Maroni al job's act di Renzi, che minano i diritti dei lavoratori, e questi sono i risultati».
Ufficio stampa Fiom Cgil Torino