Segretario, cosa rappresentano i dazi di Trump?
«Un danno e provocheranno effetti sociali pesanti. L’Europa e i singoli Paesi devono dare risposte rapide e immediate».
Quali?
«Si facciano ripartire i consumi interni, oltre alla produzione industriale, e si imbocchi una politica salariale degna di questo nome per far ripartire la domanda, mettendo mano al fisco e garantendo i servizi pubblici».
Le iniziative dell’Europa sono sufficienti?
«No, servirebbe uno choc. Io invece sono scioccato da von der Layen. Il modello di sviluppo dell’Europa, che ha campato per mezzo secolo sull’export e su qualche tecnologia, vedi nell’auto il diesel, con i dazi deve cambiare. È suonata la sveglia, ma a Bruxelles non la sentono».
Cosa non va?
«In primis i fondi destinati al riarmo, 800 miliardi, anche in deficit. Per anni ci è stato spiegato che non si poteva fare deficit, nemmeno per le questioni di carattere sociale. Nel piano auto ci sono meno di 3 miliardi sul booster per accelerare la creazione di una filiera per le batterie elettriche in Europa. Il nulla. Come misure a sostegno del lavoro si rimanda al fondo globalizzazione di cui i più ignorano per altro l’utilizzo. Zero assoluto».
Cosa vorrebbe?
«Un’Europa che faccia politiche, che investa nella transizione tecnologica ed ecologica, che garantisca l’occupazione e che discuta dei problemi seri come l’energia. Possibile che non si riesca ad arrivare ad un prezzo unico europeo?».
Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici rilancia l’economia?
«I fattori sono due. Uno è l’aumento dei salari per far ripartire la domanda. L’altro è l’aumento dell’occupazione stabile per incrementare il numero delle persone che garantiscono un gettito fiscale. In una fase in cui devi far ripartire la domanda interna sono necessari aumenti sul salario, stabilizzazione e riduzione dell’orario per aumentare la base produttiva e fiscale».
Come rivedere il fisco sul lavoro?
«Gli aumenti vanno detassati. Altrimenti i fiscal drag si mangia quello che viene contrattato e i lavoratori pagano il conto. Rendiamo spendibili gli aumenti se vogliamo far ripartire l’economia, detassiamo la riduzione e rimodulazione delle ore di lavoro, penalizzando lo straordinario. Elementi che aiuterebbero la contrattazione».
Il 28 terzo sciopero unitario. Come si supera lo stallo con Federmeccanica?
«Con la contrattazione. Federmeccanica però rifiuta il confronto. La situazione attuale richiederebbe invece un approccio analogo al periodo del Covid».
Federmeccanica sostiene che gli aumenti sono già stati coperti dal precedente rinnovo…
«Gli ultimi due anni di rinnovo sono serviti a ridurre l’impatto dell’inflazione. Gli operai con quei soldi non sono entrati e usciti dai supermercati a comprare casse di Moet & Chandon. Il potere di acquisto non è aumentato».
Domani vedrete il governo sull’Ilva. Cosa gli direte?
«È fondamentale che si mantenga l’integrità dell’azienda e che il pubblico abbia un ruolo nella governance, E niente esuberi».
Intervista ai Diego Longhin al segretario generale della Fiom-Cgil Michele De Palma, pubblicata su "la Repubblica" del 10 marzo 2025