Dall’8 febbraio scorso Patrick George Zaky, giovane ricercatore presso l’università di Bologna e attivista per i diritti umani, è stato arrestato in occasione del suo rientro in Egitto.
Patrick frequenta il master internazionale di Unibo in studi di genere e delle donne – Gemma - ed è impegnato in particolare sul versante dei diritti di genere e di espressione della differenza di orientamento sessuale
Secondo le leggi egiziane la detenzione preventiva si può protrarre per 15 giorni ed è reiterabile, quindi potrebbe durare molto più a lungo in un contesto di assenza della certezza del giusto processo e del rispetto dei principi minimi di uno stato di diritto.
A Patrick sarebbero state contestate le sue attività a favore dei diritti umani e, come affermano i suoi avvocati, le imputazioni riguarderebbero “la diffusione di false notizie che disturbano l’ordine sociale”, “incitamento a protestare per minare l’autorità dello stato”, “incitamento alla destituzione del governo”.
Patrick, secondo quanto emerso da avvocati e stampa, sarebbe già stato sottoposto a torture, “picchiato, sottoposto a scosse elettriche e minacciato” nel corso degli interrogatori.
Appaiono messe sotto accusa le legittime attività di informazione, di denuncia, commento e critica e, nuovamente, si mostra il volto oscuro di quel potere che abbiamo già avuto modo di vedere nel caso di Giulio Regeni.
Già il giorno dell’arresto di Patrick la Cgil di Bologna è scesa in piazza con la città, le istituzioni, l’università, Amnesty International e tutte le realtà che si sono mobilitate.
Lunedì scorso 17 febbraio la Fiom di Bologna ha partecipato al grande corteo che, partito dalla sede del rettorato, si è concluso in piazza maggiore per sostenere la richiesta dell’immediata scarcerazione di Patrick George Zaky.
L’assemblea del Comitato Centrale della Fiom impegna tutti i livelli dell’organizzazione a partecipare alle numerose iniziative che si svolgono nei territori, ribadisce la richiesta dell’immediata liberazione di Patrick George Zaky e richiede al Governo italiano il richiamo formale dell’Ambasciata e l’inserimento dell’Egitto nella lista dei paesi non sicuri, come a più riprese chiesto dalla famiglia Regeni.
Zaky libero. Verità e giustizia per Giulio Regeni.
Assunto dalla Presidenza