Il risultato della nostra iniziativa sindacale in piena emergenza “Covid-19” ha determinato una situazione in Italia diversa dal resto d’Europa per l’impatto che questa ha avuto sulla vita, sulla salute, sulla condizione sociale ed economica e persino sulla tenuta democratica del Paese.
Il Protocollo per la salute e la sicurezza, la definizione di una “cassa dedicata”, il blocco dei licenziamenti, la fermata produttiva sono stati un risultato “unico” nel panorama contrattuale in Europa e sono il risultato della mobilitazione a partire dalle metalmeccaniche e dai metalmeccanici e del confronto confederale. Il ruolo generale svolto dai lavoratori, con la contrattazione delle fermate produttive, la messa in sicurezza e la successiva ripartenza, è stato determinante nel tutelare la salute pubblica delle cittadine e dei cittadini.
In questa fase, in cui gli effetti dell’emergenza non sono ancora tutti determinati, la Fiom riafferma salute, sicurezza e occupazione come obiettivi prioritari da perseguire.
La scelta della Confindustria di attaccare la contrattazione collettiva trova consenso in una parte della rappresentanza politica dentro e fuori il governo, come ha dimostrato prima il tentativo di allargamento dei codici Ateco, poi il ricorso massiccio alle prefetture per la ripresa lavorativa, e in ultimo la messa in discussione in fase di conversione in legge del DPCM dell’esame congiunto per la cassa integrazione “emergenza Covid-19”.
In questo quadro è importante il fatto che il confronto tra Cgil-Cisl-Uil con il Governo prosegua nella cosiddetta “fase 2”, in particolare a partire da quanto condiviso come priorità con la Cgil.
Questo confronto ha portato significativi risultati nel decreto “Rilancia Italia” per l’insieme delle risorse rese disponibili, per il rafforzamento del servizio sanitario nazionale (4,3 miliardi di euro) per le risorse anche se ancora insufficienti (26 miliardi di euro) per gli ammortizzatori sociali e le altre misure di sostegno al reddito.
Così come valutiamo positivamente la reintroduzione dell’esame congiunto sulle procedure di cassa e il temporaneo blocco dei licenziamenti su cui sarà necessario tornare con successivi interventi dato il profilarsi di una crisi lunga ed acutissima. Inoltre valutiamo positivamente l’avvio di un processo di regolarizzazione dei migranti pur se legato a un tempo determinato che riteniamo debba essere reso stabile alla fine del semestre.
Appaiono ancora insufficienti i risultati sul tema delle condizionalità per le ingenti risorse messe disposizione delle imprese con i decreti “Liquidità” e “Rilancia Italia” e per quelle prevedibili che saranno rese disponibili dall’Unione europea.
È per noi indispensabile vincolarle a politiche industriali di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale; al rientro di attività produttive ora delocalizzate; al mantenimento dei livelli occupazionali; al blocco della distribuzione dei dividendi azionari per la durata del prestito; all’introduzione di vincoli per il contrasto all’elusione e all’evasione fiscale.
Non sono per noi condivisibili le misure con le quali si cancella il saldo e l’acconto dell’Irap per tutte le imprese fino a 250 milioni di fatturato, a prescindere dall’andamento delle stesse (es. i settori dell’alimentare e del farmaceutico hanno in questi mesi consolidato fatturati e utili).
A fronte della crisi in atto che dispiegherà gli effetti più drammatici nei prossimi mesi, la Fiom è impegnata al confronto sul futuro industriale del nostro Paese per contribuire alla proposta complessiva della Cgil al tavolo con il Governo, tentando di recuperare una visione d’insieme sul versante dello sviluppo, che sembra mancare, nelle scelte e nei decreti della fase emergenziale: tanto più se verranno confermate le disponibilità di nuove risorse provenienti dall’Unione europea.
Il ruolo dello stato in economia, prevedendone anche l’ingresso nella compagine societaria di imprese strategiche destinatarie di risorse pubbliche, è un punto centrale della nostra richiesta consolidatasi nella crisi. Anche questa proposta ha trovato e trova la contrarietà di Confindustria, nonostante in tutta Europa il confronto sull’intervento pubblico in economia sia aperto nei singoli Paesi, sui singoli settori, a partire dalle compagnie aeree, dall’aerospazio, come sulle infrastrutture determinanti della rete quali la banda larga, ultra-larga e tutta la tecnologia digitale, le filiere strategiche della siderurgia, dell’elettrodomestico, dell'automotive, della cantieristica navale.
La Fiom considera essenziale e urgente per il rilancio dell’economia l’apertura di tavoli di settore sulle politiche industriali dei settori strategici, che comportano innovazione e hanno effetti in modo diffuso su tutte le complesse e articolate catene dell’indotto. Nell’immediato, per raggiungere l’obiettivo il sistema va tenuto in sicurezza attraverso il prolungamento del “blocco dei licenziamenti” e ammortizzatori sociali adeguati.
Per affrontare l’emergenza sanitaria, sociale, ed economica è fondamentale il ruolo del Contratto Collettivo nazionale dei Metalmeccanici mentre la Confindustria indica il superamento del contratto nazionale attraverso intese azienda per azienda.
La Fiom conferma la centralità della trattativa per il CCNL in piena sintonia con gli indirizzi confederali, anche alla luce di quanto sta accadendo sugli altri tavoli di rinnovo del CCNL in altri settori del comparto privato. La ripresa della trattativa nazionale è una richiesta unitaria di Fim, Fiom, Uilm. Il tavolo contrattuale è aperto e bisogna che sia riconvocato in tempi rapidi per rilanciare il settore e la contrattazione a partire dalla piattaforma unitaria in un contesto mutato.
In tutti i casi, come è ovvio, Il CCNL è vigente e vanno usati gli strumenti contrattuali lì contenuti per affrontare tutti i problemi che l’emergenza pone a partire dal tema delle flessibilità. Nessuna deroga al CCNL quindi, ma praticare il contratto nella contrattazione di secondo livello facendone rispettare le normative e sostenendo fortemente le delegate e i delegati che hanno un compito fondamentale e difficilissimo in questa complessa fase di distanziamento fisico.
Fino al raggiungimento di un accordo per il rinnovo con Federmeccanica il CCNL mantiene la sua ultrattività sia sugli istituti salariali che su quelli normativi.
La Fiom impegna le proprie strutture a tutti i livelli nell’applicazione del contratto nazionale sia nella parte normativa che di quella salariale.
È necessario un coordinamento nazionale per affrontare tutte le necessità a partire dagli orari, dalle turnistica, smart working e più in generale dell’organizzazione del lavoro, che l’azione sindacale nell’emergenza sanitaria ha rimesso al centro della discussione e deve restare elemento contrattuale fondamentale.
Particolare attenzione necessita il tema degli appalti nel controllo delle misure di sicurezza la cui responsabilità va condivisa con l’impresa entro il cui perimetro si opera, e nelle tutele occupazionali per la crisi determinata dalla pandemia. Allo stesso modo, va posta la massima attenzione ai lavoratori con il contratto di somministrazione e a tempo determinato.
La Fiom ritiene necessario riconvocare l’osservatorio nazionale e le commissioni di settore Federmeccanica-Assistal anche territoriali, previste dal contratto dei metalmeccanici.
L’osservatorio nazionale dovrà servire ad applicare, verificare il Protocollo e la realizzazione delle agibilità e dei diritti sindacali nel rispetto delle misure per la tutela salute dei lavoratori.
Sul territorio si dovranno costituire le commissioni per dare applicazione al Protocollo che hanno una funzione sindacale ma non contrattuale rispettando le prerogative e l’autonomia della categoria.
Abbiamo di fronte a noi una condizione estremamente difficile, che va affrontata nella consapevolezza che è in questa fase che si determina la tenuta del presente e i cambiamenti per il futuro, di modello sociale, produttivo, ambientale. Per la Fiom i punti cardine della propria azione negoziale devono essere salute, occupazione, salario. Per redistribuire il lavoro e combattere l’impoverimento, la contrattazione va sostenuta anche attraverso interventi legislativi sugli ammortizzatori sociali e per la detassazione degli aumenti del contratto nazionale.
La ripresa delle agibilità sindacali e dell’esercizio dei diritti contrattuali da parte dei lavoratori e del sindacato dentro i luoghi di lavoro va considerata anche una opportunità per allargare la rappresentanza della Fiom, aumentare gli iscritti, rinnovare e costituire nuove RSU.
La Fiom impegna tutte le strutture a realizzare una campagna di informazione e di confronto con le lavoratrici e i lavoratori attraverso Assemblee in presenza, nel rispetto dei protocolli, e anche in videoconferenza, per preparare un’iniziativa di mobilitazione nazionale sulle politiche industriali e sulla risoluzione delle vertenze nei grandi gruppi e nei diversi settori, che proporremo di tenere insieme a Fim e Uilm non appena le condizioni di mobilità interregionale la consentiranno.
Segreteria Fiom-Cgil nazionale
Roma, 21 maggio 2020