Sabato, 22 Febbraio 2025

Fiom Verona: preoccupazione per le crisi che attraversano la provincia, chiediamo alle istituzioni che si faccia fronte comune

 

Breviagri (ex Breviglieri) a Nogara, Xailog Technologies (ex Riello Sistemi) a Minerbe, Sunlight Seba e Borromini a Colognola ai Colli, George Fisher a Valeggio, oltre alle reiterate richieste di cassa integrazione nelle aziende del settore siderurgico, dell’automotive e dell’elettrodomestico si moltiplicano le crisi aziendali nel settore metalmeccanico che stanno flagellando la provincia di Verona.

Si va dai frequenti mancati pagamenti degli stipendi alla ex Riello (con conseguente fuga dei dipendenti) ai licenziamenti collettivi di Breviagri che colpiscono la metà della forza lavoro e che sono un campanello d’allarme molto preoccupante per il futuro dello stabilimento, agli annunci di chiusure con dismissione totale dei lavoratori e delle lavoratrici come in George Fisher, alla Seba e alla Borromini, queste due anche site nella stessa cittadina. Parliamo di quasi 200 lavoratori coinvolti, senza considerare l’indotto di ognuna: in Breviagri (ex Breviglieri) si parla di 22 licenziati su 53 dipendenti, mentre nelle altre 3 aziende la perdita del lavoro riguarda tutti i dipendenti, essendo le aziende in dismissione: alla Borromini sono 45, alla Sunlight Seba erano 73 al momento dell’apertura della procedura e alla George Fisher sono altri 53 dipendenti.

“La Fiom di Verona è molto preoccupata per il susseguirsi di queste crisi profonde in così tante realtà della metalmeccanica veronese. Riteniamo necessario fare un appello che rivolgiamo alle istituzioni locali per far sì che venga aperto un tavolo di crisi provinciale che riunisca in primis i sindaci dei comuni coinvolti e il presidente della nostra provincia Flavio Massimo Pasini, perché la ricollocazione di questi lavoratori deve essere un problema di tutti. Non è una situazione che può essere lasciata alla fortuna, ma c’è bisogno di capire cosa possiamo fare, insieme, per scongiurare le drammatiche situazioni che si verranno a creare, soprattutto in alcune realtà come possono essere Nogara, Valeggio e Colognola ai Colli, se effettivamente si arriverà alla dismissione dei siti come annunciato dalle proprietà delle aziende. Non possiamo permettere che il nostro territorio perda tessuto produttivo e, soprattutto che lavoratori e lavoratrici nella nostra provincia siano umiliati dai loro padroni e abbandonati a loro stessi dalle istituzioni.” Sono le parole di Martino Braccioforte, segretario generale della Fiom di Verona, che continua “Siamo di fronte a delle aziende che sono state acquisite per lo più da fondi speculativi stranieri e che sono in mano a multinazionali, sono realtà economiche che non sono neppure in crisi, e alle quali non interessa minimamente la tenuta dell’industria veronese e italiana, non fanno investimenti, non si occupano del territorio o della funzionalità di queste attività produttive, ma sono interessati solo ai profitti e alle speculazioni economiche. I fondi si occupano di finanza, di utili non certo di industria, produzione o lavoro, hanno una visione totalmente miope delle società che si ritrovano a gestire e non sono minimamente interessati alla tutela dei dipendenti o della tenuta occupazionale e produttiva del territorio dove si trovano a speculare, possa essere questa il veronese, come qualsiasi altra parte del mondo. Notiamo, inoltre, anche un’assenza di Confindustria Verona in questa gestione “vampira” del territorio, portata avanti da fondi e multinazionali e ci chiediamo quali potranno essere le scelte industriali e quale la posizione delle associazioni datoriali in merito. Chiediamo al più presto l’apertura di questo tavolo di confronto per cercare di costruire un’alternativa plausibile e praticabile che possa salvare il futuro di queste donne e di questi uomini, delle loro famiglie e della nostra provincia tutta.”

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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