Sabato, 22 Febbraio 2025

Fiom Verona - Borromini: i fondi portoghesi chiudono lo stabilimento di Colognola ai Colli, si sciopera con presidio martedì 18 febbraio

 

La comunicazione è della scorsa settimana, quando, il 10 febbraio, durante un incontro in Confindustria fra le parti i referenti dei due fondi portoghesi proprietari della Borromini dal 2023, hanno dichiarato che a causa delle perdite subite, l’azienda è “tecnicamente fallita” e l’intenzione è quella di chiudere il sito di Colognola entro la metà di quest’anno.

La Borromini è un’azienda acquisita dal gruppo Vetrerie Riunite nel 1981 leader nel settore della costruzione di stampi per il vetro e per la plastica ed è fornitrice esclusiva delle Vetrerie Riunite di Verona, delle quali è parte integrante, mentre nel settore della plastica e automotive ha clienti come Cromaplast, Marelli, Valeo, Farba, ZKW, Koito, Elba, Magna, Optrel, Wide Eye, Hella.

La Borromini, come anche le Vetrerie Riunite nel 2023 sono state acquisite da due fondi portoghesi Tangor e Teck: Teak Capital è una società di investimento presente nei settori industriale, finanziario, educativo e sanitario, di proprietà della famiglia Moreira da Silva. Tangor Capital è una società di servizi della famiglia Silva Domingues: Teak Capital e Tangor Capital detengono partecipazioni in BA Glass, una delle principali aziende di imballaggi in vetro in Europa, e Cerealis, un punto di riferimento nel settore alimentare portoghese.

Nonostante il bilancio del 2024 sia stato dichiarato in perdita di circa 3 milioni di euro, a fronte di un fatturato di 5 milioni, la Borromini ha anche un portafoglio di 2 milioni di euro di crediti esigibili nei confronti di Valeo e Marelli che sono stati in parte riscossi nelle ultime settimane.

“Per tutto il 2024 come Fiom di Verona abbiamo chiesto più volte un incontro per chiedere che l’azienda ci presentasse un piano industriale, ma non abbiamo mai avuto risposta. Siamo stati coinvolti solo un paio di settimane fa quando siamo stati contattati perché avevano, appunto, intenzione di convocare un tavolo congiunto per discutere della crisi che sta attraversando la Borromini” racconta Girolamo Bracco della Fiom di Verona “Infatti, il 10 febbraio, durante l’incontro in Confindustria, il dott. Lovisatto (consulente dell’azienda con deleghe da A.D.) e l’avvocato Alberto Deluca di uno studio legale di Milano, ci hanno comunicato che il bilancio in perdita, per loro la Borromini è tecnicamente fallita e che è loro intenzione chiudere entro metà anno. Ovviamente noi ci opporremo a questa decisione in tutte le maniere possibili e proprio per questo abbiamo, come Fiom, già chiesto un incontro all’Unità di Crisi che è stato fissato per mercoledì 19 febbraio e, unitariamente alla RSU, abbiamo indetto anche uno sciopero di 8 ore con presidio al mattino fuori dai cancelli della Borromini per martedì 18 febbraio. Siamo ovviamente preoccupati per i 45 lavoratori e lavoratrici coinvolti da questa vertenza, anche perché sono persone di circa 50 anni con comprovata esperienza e professionalità, ma che potrebbero far fatica ad essere ricollocati.”

Oltre a palesare l’intenzione dei due fondi portoghesi di chiudere entro giugno, i rappresentanti dell’azienda non hanno dimostrato alcuna disponibilità a trovare soluzione alternative alla chiusura, come l’uso degli ammortizzatori sociali o di trovare un'altra realtà imprenditoriale che possa acquisire l'azienda. È evidente il totale disinteresse per il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici della Borromini e per l’impoverimento del territorio e di Colognola ai Colli che viene colpita per la seconda volta, in neppure 6 mesi, dalla chiusura di uno stabilimento produttivo metalmeccanico.

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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