La conferenza stampa di oggi, tenuta dalla Fiom, è stato l’ultimo atto per tentare di rimettere in carreggiata una vertenza senza fine della ex Bredamenarinibus di Bologna e della ex Irisbus di Avellino, i due stabilimenti confluiti in Industria italiana autobus (Iia), dopodiché le parti in causa, governo e azienda, si assumeranno le responsabilità di un progetto che rischia di fallire per accordi sottoscritti e non rispettati.
La Fiom ha firmato accordi con la direzione aziendale e con il governo, nel 2014, con l’obiettivo di salvaguardare l’occupazione e rilanciare il settore della produzione di bus.
Le condizioni per raggiungere l’obiettivo ci sono, grazie agli investimenti pubblici di governo e regioni per il trasporto pubblico locale.
Ma oggi siamo costretti a denunciare, dopo vari tentativi di riprendere un corretto sistema di relazioni sindacali, il venir meno della direzione aziendale agli obblighi contrattuali relativi agli investimenti su prodotto, processo e stabilimenti, per la rioccupazione a Flumeri e l’implementazione dell’occupazione a Bologna. I lavoratori hanno il diritto di lavorare in condizioni adeguate.
La direzione aziendale non sta rispettando gli accordi sottoscritti, a partire dal principio principale: gli autobus per il trasporto pubblico locale delle regioni e delle città italiane devono essere prodotti negli stabilimenti italiani.
È urgente la convocazione del tavolo nazionale presso il ministero dello Sviluppo economico per verificare, in via ultimativa, se e come la direzione aziendale intende raggiungere il riallineamento degli accordi sul piano e sugli ammortizzatori in essere alla luce delle commesse.
Altrimenti, per salvaguardare i lavoratori, procederemo con la riapertura della vertenza.
Dichiarazione congiunta di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom, Bruno Papignani, segretario generale Fiom Emilia-Romagna, e Sergio Scarpa, segretario generale della Fiom di Avellino
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 26 aprile 2018