Il giorno 28 febbraio scorso abbiamo tenuto a Roma il Coordinamento nazionale Salute e Sicurezza con la presenza, pur con le difficoltà causate dai disagi nel trasporto ferroviario, di 80 tra Rls e dirigenti delle strutture territoriali.
Tutti gli interventi svolti hanno espresso la condivisione dell'allarme per una nuova fase di drammaticità nella condizione lavorativa, presente nel settore metalmeccanico, anche e soprattutto nelle imprese dove si sta determinando una ripresa produttiva, con l'elevato numero di infortuni degli ultimi mesi e di danni per la salute.
Le cause sono diverse e vanno dall'imporsi di modelli organizzativi del lavoro che obbligano a rilevanti aumenti della velocità, delle frequenze, dei carichi della produzione, obbligando di fatto i lavoratori a non rispettare le procedure di sicurezza, alla presenza sempre più rilevante di lavoratori precari, con scarsa formazione sui rischi presenti nel processo lavorativo, all'allungamento dell'età lavorativa e dunque alla presenza di lavoratori anziani. I luoghi di lavoro dove si registrano più infortuni sono quelli presenti in Lombardia, Veneto, Emilia, ma via via che le imprese superano la crisi di questi anni, la drammatica situazione si generalizza anche nei territori delle altre regioni.
In questo quadro bisogna andare oltre a quanto di estremamente positivo è stato fatto dalla Fiom in questi anni e di cui c'è da essere orgogliosi: la formazione aggiuntiva per gli Rls, i confronti continui sull'organizzazione del lavoro con gli Rspp e molto altro. Oggi la Fiom deve mettere in campo un’azione straordinaria, che si dispieghi nell'arco di 6 mesi al massimo, e che coinvolga l'insieme delle Rsu e dei propri gruppi dirigenti.
Bisogna estendere le esperienze già avviate in Lombardia e nel Veneto, pur consapevoli delle difficoltà che si incontreranno: lo sciopero generale della categoria, territoriali o regionali, la costruzione di assemblee pubbliche regionali, unitarie, che presentano le piattaforme a carattere vertenziale rivolte alle imprese e alle istituzioni, come quella che si terrà a Milano il prossimo 19 marzo o quella prevista nel Veneto, la costituzione di osservatori/gruppi di lavoro, con il compito di individuare i prevalenti elementi di rischi per la sicurezza e con quale strumentazione affrontarli, come quelli realizzati tra Assolombarda, Asl e Fim, Fiom e Uilm di Monza/Brianza e di Milano.
C'è la necessità che nella contrattazione aziendale che si sta sviluppando il tema della sicurezza sia un elemento centrale delle piattaforme, partendo dall'implementazione e esigibilità di quanto è stato già definito nel contratto nazionale, in particolare sulle procedure per la segnalazione dei mancati infortuni e sulle azioni conseguenti da mettere in atto per eliminare i problemi o realizzando stabilmente le assemblee di gruppo omogeneo, per reparto, team, riconsegnando ai lavoratori la consapevolezza che sono loro i protagonisti della tutela della salute, cosi come si deve realizzare l'effettiva volontà di non prevedere più negli accordi aziendali, superando anche quelli esistenti, la relazione tra gli aumenti salariali variabili e la riduzione o cancellazione degli infortuni, poiché in questo modo si spingono i lavoratori a trasformare gli infortuni in malattia o addirittura a nasconderli.
pclass="western">Ma agire solo sulla contrattazione aziendale per arginare il peggioramento delle condizioni lavorative non è sufficiente se non si realizza un parallelo intervento sulle istituzioni che hanno la responsabilità della tutela della salute dei lavoratori. Con piattaforme territoriali rivolte ai governi regionali si devono richiedere stanziamenti finanziari straordinari per l'azione di prevenzione e vigilanza nei luoghi di lavoro, affinché passino dall'1% delle risorse impegnate per il servizio sanitario, com'è attualmente mediamente in tutte le regioni, regionale, almeno al 2,5%, mettendo cosi i servizi di prevenzione e vigilanza delle Asl in grado di funzionare.</p> <p class="western">Co"ì come bisogna interloquire con i prefetti per richiedere l'attivazione di una straordinaria azione ispettiva che riunisca i vari soggetti abilitati, per il controllo delle attività e delle imprese a più alto rischio, facilmente individuabili dai codici Ateco e dai dati Inail.E' opportuno che in sede territoriale, unitariamente, si richiedano confronti con le direzioni provinciali dell'Inail per verificare opportuni finanziamenti per la formazione, per migliorare le competenze in materia di sicurezza non solo degli Rls ma anche degli Rspp e dei datori di lavoro, soprattutto delle piccole imprese.</p> <p class="western">L'impegno formativo aggiuntivo deve essere per la Fiom un obbligo permanente, rivolto non solo agli Rls ma a tutte le Rsu e a tutti i gruppi dirigenti, in quanto la difesa della salute dei lavoratori è un compito di tutti e non solo degli esperti. Abbiamo centinaia di Rls e Rsu di prima nomina che devono essere adeguatamente formati, perché non bastano le 32 ore per gli Rls che le aziende sono obbligate a realizzare. Così come siamo in presenza di tanti gruppi dirigenti giovani nei territori che hanno necessità di una formazione anche sui temi della salute.
Le Fiom regionali devono verificare le necessità formative e fare una programmazione dei corsi tenendo anche conto degli impegni congressuali.
Nel corso della riunione si è anche convenuto che l'assemblea nazionale salute e sicurezza si terrà nella primavera del 2019, mentre a giugno parteciperemo all'evento/assemblea sui temi della sicurezza e della salute, definito dal nostro contratto nazionale, che la commissione paritetica nazionale Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica sta costruendo in queste settimane.
Non sarà facile, ma tutti insieme dobbiamo impegnarci in questo sforzo straordinario, per la salute e la sicurezza nel lavoro di tanti lavoratori.