Nel proliferare di dati ottimistici sull’uscita dalla crisi e sull’aumento della occupazione i portavoce governativi hanno fatto calare il silenzio sul dato inquietante delle morti sul lavoro, registrato nel primo quadrimestre 2015, che è aumentato, pur rimanendo statisticamente costante la riduzione delle ore lavorate e il numero degli occupati, rispetto al periodo gennaio/aprile 2014.
I dati sono stati forniti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre.
Dal mese di gennaio al mese di aprile 2015 sono morti 223 lavoratori. A questo dato sono da aggiungere i lavoratori morti in itinere per un totale di 305 morti rispetto ai 269 morti del primo quadrimestre dell’anno passato, con un incremento del 13,4%.
Purtroppo questi dati non ci offrono per intero il quadro della drammatica situazione, perché sono basati sui dati Inail, riferiti solo ai lavoratori in regola senza conteggiare i lavoratori morti o infortunati che lavorano in nero e nell’illegalità, soprattutto migranti e giovani e altri per i quali non è obbligatoria l’iscrizione all’Inail. Dunque il conto finale sarà ancora più grave.
Drammatico è anche il dato che interessa il settore manifatturiero, pari al 10,08% e superiore allo stesso pesante dato delle costruzioni.
La Lombardia è capolista della triste classifica dei lavoratori morti per ciascuna regione, con ben 37 morti dall’inizio dell’anno, mentre è l’Umbria a guidare il primato del rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa.
Questi dati ci portano alla conclusione che oggi a fronte di pochissimi e fragili segnali di ripresa produttiva, si sta lavorando nell’assenza totale delle procedure di sicurezza, con la richiesta alle lavoratrici e ai lavoratori di incrementare le prestazioni cancellando l’obbligo a quel rispetto delle norme che sono l’unica garanzia per tutelare la propria salute e la propria vita.
La Fiom chiede a tutte le strutture e agli Rls, soprattutto in quelle regioni e territori che sono più a rischio, di aumentare il proprio impegno per realizzare concretamente la prevenzione senza deroghe e franchigia di sorta.