La Fiom conferma le valutazioni già espresse nei mesi scorsi sulle violazioni dei diritti umani e la limitazione delle libertà democratiche in Turchia, e la condanna della violenta repressione attuata dal Governo Turco nei confronti della opposizione democratica, di intellettuali e giornalisti indipendenti, e di tutte le forme in cui si esprime la identità culturale e politica curda in Turchia.
La persecuzione dei responsabili del tentato golpe e dei responsabili degli atti di terrorismo che anche in questi giorni ha colpito dolorosamente la Turchia non possono giustificare misure che limitano indiscriminatamente diritti e agibilità democratiche, e soprattutto non possono essere il pretesto per ulteriori arresti di oppositori e dell'inasprimento delle condizioni di detenzione, al limite della tortura, dei prigionieri politici come il leader curdo Abdullah Ocalan.
Come FIOM sosteniamo il diritto del popolo curdo a vedere riconosciute anche in Turchia le proprie legittime istanze di libertà e autonomia, e pensiamo che solo un soluzione politica negoziata con la sua leadership riconosciuta possa chiudere pacificamente e democraticamente la questione.
Sulla base di queste considerazioni esprimiamo la adesione della FIOM Cgil all'appello (vedi allegato) e alla manifestazione convocata dalla Comunità Curda in Italia per l'11 febbraio a Milano.
Segreteria Nazionale Fiom - Cgil
Roma, 11 Gennaio 2017
11 febbraio 2017 - Manifestazione Nazionale a Milano
Libertà per Öcalan e per tutte le prigioniere e i prigionieri politici
Pace e Giustizia per il Kurdistan
La lotta del Movimento di Liberazione Curdo per la democrazia, la coesistenza, l’ecologia e la liberazione delle donne ha raggiunto primi risultati positivi con l’allargamento del modello di autogoverno democratico nei territori liberati dal giogo delle bande ISIS. Ma con l'estensione della situazione di guerra attuale nel Bakur-Turchia, Rojava-Siria e nel Medio Oriente, i curdi e le altre popolazioni della regione affrontano gravi pericoli; lo stesso Movimento di Liberazione subisce nuove e pesanti minacce.
Per garantire la sua presidenza, Erdogan si è alleato con i fascisti e i nazionalisti turchi, così da affrontare la questione curda con la violenza e la repressione: tutto ciò che è collegato con i curdi e la loro identità è un obiettivo. Vengono commissariate le municipalità, i co-sindaci sono arrestati e sostituiti con amministratori fiduciari di nomina governativa. La brutalità della guerra in Kurdistan che ha visto la distruzione di intere città, è già costata la vita a migliaia di civili, arresti di massa di politici, intellettuali, accademici, giornalisti, attivisti, avvocati e magistrati, fino ad arrivare al piano per l’eliminazione fisica di Öcalan.
La pesante tortura psicofisica inflitta al leader curdo Abdullah Öcalan, nel corso degli ultimi 18 anni in condizioni di isolamento totale, è stata inasprita con ulteriori limitazioni del suo regime carcerario. Dal 5 aprile 2015, dopo che Erdogan ha messo fine al negoziato “per una soluzione politica e democratica della questione curda”, i contatti con l’isola di Imralı sono praticamente interrotti.
In base a recenti informazioni ci sono gravi motivi di preoccupazione per la stessa vita di Ocalan. Nel mentre il regime di Erdogan si prepara a reintrodurre la pena di morte.
Abdullah Öcalan è il rappresentante riconosciuto del popolo curdo, egli svolge un ruolo decisivo per una possibile soluzione duratura e democratica della crisi profonda del Medio Oriente.
La storia ha dimostrato che la questione curda non può essere risolta militarmente. Le guerre di logoramento e i genocidi dello stato turco non hanno mai funzionato. Hanno sempre avuto l’effetto contrario. La Turchia non deve continuare ad attizzare un fuoco che non può spegnere. I colloqui per una soluzione politica della questione curda devono riprendere in una condizione di parità. L’unico modo per garantirlo è l’immediata liberazione di Abdullah Öcalan.
IN OCCASIONE DELL'ANNIVERSARIO DEL SEQUESTRO DI ÖCALAN, IN CONTEMPORANEA CON LA MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DI STRASBURGO, SCENDIAMO IN PIAZZA A MILANO L'11 FEBBRAIO , PER:
• La libertà per tutti i prigionieri politici e le prigioniere politiche in Turchia! Basta alla tortura e all’isolamento! Chiudere la prigione di Imralı!
• Una soluzione politica e democratica della questione curda! Revocare il bando contro le organizzazioni curde!
• La libertà di Öcalan e la Pace in Kurdistan!
UIKI - Ufficio Informazioni del Kurdistan in Italia , Comunità Curda in Italia, Rete Kurdistan Italia
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