Facciamo sentire la nostra voce, facciamo la nostra parte: per la protezione della popolazione di Aleppo, per salvare i civili da guerra, violenza, terrorismi.
Sei anni di guerra, di morti e di distruzioni non sono bastate. Le guerre in Medio Oriente ed in Africa continuano. Continua la colonizzazione e l'occupazione militare della Palestina. Come si continuano a produrre ed a vendere armamenti ai signori della guerra e a sprecare miliardi in inutili spese militari anteponendo gli affari alla vita, alle libertà ed ai diritti di uomini e donne.
E violenza chiama violenza, senza esclusione di colpi e di frontiere, come ci insegnano gli attentati, i morti ed i feriti di Peshawar, Parigi, Lahore, Bruxelles, Quetta, Amman, Il Cairo, Istanbul, Ankara, Berlino dello Yemen, della Nigeria e del Sud Sudan. senza scordare le vittime provocate dalla prima Guerra del Golfo, in Palestina e Israele. Tutte vittime civili ed innocenti della follia della guerra.
Facendo seguito agli appelli ed alle iniziative che hanno già denunciato le stragi e le violenze in corso in Siria, vogliamo far sentire la nostra voce ed il nostro impegno per:
-
esigere corridoi umanitari ed assistenza alla popolazione in fuga da Aleppo;
-
l’immediato insediamento ad Aleppo degli osservatori internazionali delle Nazioni Unite onde evitare ulteriori esecuzioni sommarie e vendette;
-
richiedere che il governo italiano si faccia veramente parte attiva nei processi di pace, rivedendo profondamente le proprie esportazioni di armamenti indirizzate non di rado a paesi in guerra o autoritari come l'Arabia Saudita, il Kuwait o l'Egitto;
-
raccogliere il messaggio di pace per la Siria e la scelta della nonviolenza come strumento alternativo alle guerre lanciati da Papa Francesco;
-
rinnovare il nostro impegno per costruire un sistema di Pace, di difesa civile e nonviolenta, che rispetti e renda migliore la vita di tutti e dove tutti condividono la responsabilità e il diritto/dovere di determinare il futuro comune, nel rispetto della dignità umana.
In fine, invitiamo movimenti, associazioni, sindacati, studenti, migranti di ogni nazionalità a far sentire la propria voce, promuovendo e partecipando ad iniziative e mobilitazioni nelle proprie città.
Roma, 22 dicembre 2016