Nulla di fatto nell’incontro di oggi per salvare i 40 lavoratori e lavoratrici della Meneghetti di Rosà.
Oggi, al terzo incontro presso l’Unità di Crisi in Regione e dopo i due incontri precedenti realizzati per cercare di trovare una soluzione alla vertenza che potesse essere il meno dannosa possibile per tutti, ma soprattutto per i lavoratori e le lavoratrici e nonostante il valore dell’incentivo portato al tavolo dall’azienda che non rispettava le aspettative di sindacati e dipendenti, alla fine, nonostante le premesse, è stata proprio l’azienda a tirarsi indietro.
Con grande fatica e sforzo, la parte sindacale si era presentata al tavolo odierno con un elenco di nominativi che tenessero in considerazione la tipologia di esuberi richiesti, sia per reparti che per mansioni, nella procedura di licenziamento collettivo presentata dall’azienda il 6 settembre scorso, ma neppure questo è bastato.
La giustificazione addotta per tale scelta è che, per quanto il numero di lavoratori disposti ad accettare l’offerta per uscire volontariamente fosse congruo, le persone proposte non rispecchiavano le necessità della proprietà.
Dopo diversi tentativi della dott.ssa Mandich e del dott. Bascetta per cercare di ridurre a più miti consigli l’azienda, questa ha deciso di cessare ogni trattativa per poter procedere unilateralmente con i licenziamenti perché perniciosamente ancorata alla propria posizione che pretende la presenza, all’interno della lista di volontari, almeno una quindicina di maestranze specifiche che, all’oggi, non sono disposte ad uscire con l’incentivo economico proposto dall’azienda
“Oggi anche la Regione si è ritrovata impotente e basita di fronte alle posizioni della proprietà, come anche dichiarato nel loro comunicato, rilasciato a chiusura del tavolo. Arrivati a questo punto, come sindacati, metteremo da subito in campo tutte le iniziative possibili e necessarie per fermare i 40 licenziamenti preannunciati dalla proprietà, vista l’impossibilità, per scelta aziendale, di procedere con la trattativa.” Hanno dichiarato Marco Distefano della Fiom di Vicenza e Alain Bortolini della Uilm di Vicenza.