La Epta in via unilaterale ha deciso che, in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo, in Veneto sono 2 a Solesino e a Limana, in merito agli aumenti salariali del Ccnl e all’adeguamento all’inflazione previsto dalla clausola di salvaguardia, saranno assimilati parte dei superminimi assorbibili, contrariamente a quanto era stato deciso fra le parti a marzo 2023. In poche parole, le lavoratrici e i lavoratori con superminimo assorbibile avranno un aumento del 4,8%, anziché del 6,6% come per il resto dei dipendenti.

Tale decisione impatterà sul 40% della popolazione di Epta Italia, arrivando per lo stabilimento di Limana ad oltre il 70% del personale impiegatizio e una parte di quello produttivo e per quello di Solesino all’80% dei dipendenti, per la maggior parte operai, ai quali viene già decurtato lo stipendio in questo periodo a causa dell’attivazione della cassa integrazione per un calo di ordini.

Una cassa integrazione attivata nonostante la situazione generale che vede, dal dopo pandemia ad oggi, la Epta registrare un esponenziale incremento di volumi e guadagni.

“Riteniamo questa scelta sia scellerata e vada assolutamente contro i lavoratori, soprattutto in un momento in cui l’azienda registra comunque un andamento finanziario positivo mentre i salari delle lavoratrici e lavoratori perdono sempre più il loro potere d’acquisto. Lo sciopero di oggi nello stabilimento di Solesino ha avuto una buona riuscita, segno che i lavoratori non ci stanno ad essere ingannati, domani toccherà a quello di Limana, in provincia di Belluno, perché questo provvedimento tocca tutti i lavoratori e ci deve vedere uniti nella lotta contro un’azienda che non solo non rispetta gli accordi ma mette in difficoltà reale lavoratrici e lavoratori pur di fare profitto.” hanno dichiarato le segreterie di Fim e Fiom di Padova.

Fim Padova e Rovigo – Fiom Padova