Risposta all'articolo dell'imprenditore Costantino “soddisfatto per NCA, meno per i dipendenti”
Quali condizioni di lavoro nei cantieri nautici.
Ci fa piacere che l'imprenditore Costantino abbia investito e continui ad investire nel territorio, ma sarebbe opportuno non farsi prendere da soluzioni semplicistiche che non portano da nessuna parte, queste ricette nei cantieri nautici del “potersi liberare dei lavoratori fannulloni”e perchè no, magari liberarsi dei lavoratori più sindacalizzati, le abbiamo già sentite e purtroppo vissute con imprenditori che anch'essi avevano investito molto, ma alla fine si sono rilevate perdenti, tantè che molti imprenditori si sono dovuti ricredere riguardo le “loro ricette”.
La nautica sta vivendo un momento difficile e molte imprese nel panorama regionale sono in difficoltà, ma negli anni in cui vi è stato il boom del settore, dove i profitti delle imprese erano ai massimi livelli, non si è pensato a tutelare le professionalità dei lavoratori, ma anzi, si sono distrutte a scapito del profitto.
Quasi tutte le imprese hanno smantellato i propri reparti di carpenteria e saldatura ed hanno esternalizzato tante attività dell'allestimento con l'intento di diminuire i costi di produzione, con il risultato che la qualità delle commesse è peggiorata e le condizioni dei lavoratori arretrate.
Sarebbe opportuno aprire una seria discussione sulle condizioni di lavoro reali all'interno dei cantieri nautici, ben sapendo che il ciclo prodduttivo è composto per la gran parte da ditte in appalto o sub appalto dove l'azienda committente ha comunque delle responsabilità, in particolar modo sulla sicurezza.
I lavoratori NCA in parte sono stati assunti ed in parte sono ancora in cassa integrazione e stanno facendo i corsi di formazione professionale, ma circa più della metà non ha ancora mai lavorato e seguiremo attentamente l'iter dell'attuazione del piano di sviluppo.
Tuttavia, non abbiamo compreso cosa voglia dire l'imprenditore quando afferma che una parte dei lavoratori avrebbero una “ mentalità obsoleta e sono indisponibili al cambiamento” e saremmo interessati a comprendere cosa voglia dire davvero modernità e sviluppo.
Infine, non è mai opportuno cercare di dividere i lavoratori, nella nautica è necessario alzare il livello della discussione ben sapendo che non vi è stata solo la crisi del settore, ma un modello di sviluppo che comunque era anche fondato di fatto sull'arretramento delle condizioni di lavoro ed è fallito. Il futuro tornerà a reggersi anche sulla miglior condizione della qualità del prodotto che va di pari passo con le condizioni complessive dei lavoratori, noi siamo aperti a questa discussione.
Massimo Braccini
Coordinatore Fiom Cgil nautica Toscana
Firenze, 8 luglio 2014