Lunedì 26 ottobre, presso della Camera del Lavoro di via Pedrotti si è svolta l'assemblea con oltre 300 delegati della Fiom-Cgil torinese per avviare la discussione sulla piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale, all'indomani della chiusura dell'assemblea nazionale della Fiom-Cgil di Cervia. L'obiettivo della proposta contrattuale è quello di aumentare i salari, cercando di uscire dalla logica che lega gli incrementi all'inflazione programmata, logica che si è dimostrata non efficace nel tutelare i redditi e le condizioni di vita dei lavoratori. Per questo, la Fiom-Cgil propone che gli incrementi siano annuali (3% per il 2016) tenendo in considerazione oltre all'inflazione, altri parametri come la produttività e l'andamento del settore. Inoltre, si chiede di superare il meccanismo delle deroghe aziendali al contratto nazionale, rilanciando la titolarità delegati e delle organizzazioni sindacali nell'affrontare i temi che riguardano le condizioni di lavoro, a partire dagli orari.
La piattaforma ora sarà discussa in assemblee nelle aziende con i lavoratori e poi sottoposta a referendum. Il primo incontro con Federmeccanica è previsto per giovedì 5 novembre a Roma.
Nell'assemblea si è anche discussa la manifestazione nazionale che la Fiom-Cgil ha annunciato per sabato 21 novembre a Roma sui temi del lavoro, dal contratto alle pensioni, dalla legge di stabilità al job's act.
Inoltre, durante il referendum sulla piattaforma verrà proposto ai lavoratori un secondo quesito per l'eventuale ricorso, insieme a un largo fronte di forze, a un referendum abrogativo per cancellare le norme più negative del job's act a partire da quella sui licenziamenti.
Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, ha dichiarato: «Di fronte a un mondo del lavoro che anche nel nostro settore vede una scomposizione e una frammentazione delle condizioni produttive e di lavoro chiediamo anche norme che tutelino tutti coloro che lavorano all'interno delle aziende metalmeccaniche, anche chi è assunto con le modalità più diverse, dai subappalti alle partite Iva».