Nella giornata di ieri la Sevel ha comunicato alla RSA la decisione di procedere verso l’attivazione di un nuovo lotto di straordinari: altri cinque turni di lavoro nel mese di giugno.
Detta decisione segue la scelta di non garantire più le ferie nel periodo ideale, agosto. Precedentemente avevamo denunciato l’aumento dei carichi di lavoro, la riduzione delle pause, la cancellazione di tante postazioni a basso carico lavorativo e la riduzione del salario che per effetto della contrattazione di gruppo comincia a farsi sentire sui redditi delle famiglie.
Tutto ciò è inaccettabile, ormai nella più grande fabbrica della nostra regione è sparito il concetto della vita lavorativa sana. Volendo usare un eufemismo potremmo dire: il limone, spremuto con tanta forza, non ha più succo da dare.
La Fiom ritiene che:
- costringere le persone ad andare in ferie a giugno ed a ottobre significa rovinare la vita delle famiglie, da sempre abituate a riposare nel mese più caldo e maggiormente desiderato da tutti per le tradizioni del territorio, il mese di agosto;
- obbligare le persone ad effettuare lo straordinario in maniera sistematica e nei mesi particolarmente caldi corrisponde a devastare la condizione fisica di chi non ce la fa più;
- la politica di contenimento dei salari sta impoverendo le famiglie di chi tanto lavora e poco guadagna. Se facciamo un paragone con coloro che lavorano in altre aziende metalmeccaniche scopriamo che mancano nelle buste paga dei lavoratori Sevel circa 75 Euro mese;
- l’aumento dei carichi di lavoro, la riduzione delle pause, la cancellazione delle postazioni con minore carico lavorativo ha ormai generato un gravissima difficoltà psicofisica che mai si era verificata in questa azienda, fabbrica rappresentata dalla stessa Sevel e dai sindacati firmatari di tutti gli accordi aziendali, come il fiore all’occhiello del territorio.
La Fiom ritiene sia giunto il momento di aprire una vera discussione, un vero confronto, un ragionamento a tutto campo per comprendere bene come l’Azienda del furgone possa rimettere al centro della sua strategia il valore della vita: non nasciamo per produrre, nasciamo per vivere e lavoriamo per farlo meglio e con dignità. Se nei luoghi di lavoro manca la dignità, qualità non può esserci nella vita sociale di tutti i giorni.
La Fiom esprime la massima contrarietà alla gestione Sevel: mancano assunzioni, manca l’equità sociale, manca il rispetto nei confronti di chi non ce la fa più.
Alla Sevel chiediamo di aprire urgentemente un tavolo di discussione per pianificare urgentemente un percorso di assunzioni e di riduzione del sacrificio generale che ormai da tanto l’Azienda continua a chiedere in maniera ripetuta ed insistente.
Chi produce ricchezza va coinvolto in tutte le decisioni, chi rende possibile il raggiungimento dei tanti obiettivi deve beneficiare del benessere economico prodotto, chi rende ricco l’Azionista va rispettato e messo nelle condizioni di vivere una vita lavorativa e sociale dignitosa.
Fiom-Cgil Chieti
Lanciano, 1° giugno 2016