"L'incontro di oggi non ha dato le risposte che le lavoratrici e i lavoratori dell'insieme del gruppo Acciaierie d’Italia si aspettavano sulla necessità di garantire contestualmente l'indispensabile risalita produttiva, il rientro dei lavoratori dalla cassa integrazione, la sostenibilità degli impianti che per noi sono obiettivi legati, da subito, al controllo e alla gestione del gruppo da parte dello Stato, possibilità del resto prevista dal decreto del Governo sugli impianti di interesse strategico nazionale.
Ci siamo invece trovati di fronte al tentativo di spostare sul terreno di un accordo di programma relativo al solo territorio di Taranto e al rischio quindi di disarticolare le prospettive del gruppo Acciaierie d’Italia, essendo i destini degli stabilimenti di Genova, Novi Ligure e di tutti gli altri siti strettamente connessi a quelli dello stabilimento jonico.
Per noi non esiste la possibilità di separare i due piani del confronto e della discussione e non può essere quindi condivisibile un percorso che sposta il baricentro degli investimenti sul territorio piuttosto che sul piano industriale, sugli impianti, sul rilancio e riqualificazione in termini di sostenibilità ambientale delle produzioni.
Per queste ragioni sia durante il percorso di conversione in legge del decreto, sia per avviare un confronto serrato sul piano industriale e sugli investimenti, daremo vita ad iniziative di mobilitazione, compresa la possibilità di proclamare pacchetti di ore di sciopero, che decideremo nei prossimi giorni con le nostre strutture e con le altre organizzazioni sindacali. Infine, valuteremo anche iniziative di natura legale con riferimento all'accordo del 2018".
Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 19 gennaio 2023