“Dopo settimane di silenzio dall'ultimo incontro del 5 settembre scorso e dopo aver aperto l'ennesima procedura di cassa integrazione senza avere un confronto con le organizzazioni sindacali e le Rsu, Borgomeo diserta oggi il tavolo convocato dall'unità di crisi della Regione Toscana. Un atto scellerato che, unito a quanto avvenuto o meglio non avvenuto negli ultimi mesi, dimostra la chiara volontà di far fallire ogni possibile opportunità di rilancio dello stabilimento ex GKN di Campi Bisenzio. Una mancanza di rispetto verso i lavoratori e le Istituzioni del nostro Paese.
QF è uscita - o è stata allontanata - dal Consorzio costituito, come più volte dichiarato dallo stesso Borgomeo anche in sede istituzionale, per la reindustrializzazione. Modalità subito contestata in quanto non prevista nell'accordo quadro, poiché il Consorzio è un entità che non garantisce il percorso e la tutela dei lavoratori. Da quello che ci risulta non ha mai presentato documenti e domande per l'avvio della richiesta ad Invitalia di attivazione del contratto di sviluppo, ritenuto dallo stesso Borgomeo essenziale per il progetto.
L'azienda ha aperto una procedura per la cassa integrazione minacciando lavoratori e sindacati che in caso di assenza di un accordo condiviso avrebbe proceduto unilateralmente mettendo da subito in discussione la valenza dell'accordo quadro sottoscritto al Mise. L'incontro di oggi sarebbe servito a fare chiarezza sulla effettiva volontà di Borgomeo di portare avanti il progetto e su come andare avanti per trovare soluzioni concrete, anche alternative, per rilanciare il sito e garantire l’occupazione lavoratori. Partendo dal fatto che fino ad oggi tutto ciò che è stato annunciato da gennaio non si è verificato.
Domani la Fiom parteciperà all'incontro convocato dal Ministero del Lavoro per la procedura della cassa integrazione con una posizione chiara: gli ammortizzatori devono servire a tutelare i lavoratori e dare tutto il tempo necessario a trovare una soluzione concreta al rilancio industriale. Non siamo disponibili a discutere di altro con una società che sfugge al confronto e ha dimostrato di non essere credibile. Se qualcuno pensa di gestire una vicenda complicata, riportando le lancette indietro al 9 luglio 2021, mettendo sotto pressione i lavoratori o speculando sulla vertenza, troverà risposte adeguate. Per la Fiom la condizione per andare avanti è la messa a disposizione di QF come "veicolo" per investimenti o progetti pubblici e privati per il rilancio del sito.
Chiediamo al Mise e di convocare immediatamente un tavolo, è necessaria la responsabilità di tutti e l’individuazione di ogni strumento idoneo a salvaguardare l'occupazione e a trovare investitori solidi e credibili”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per Fiom-Cgil, Stefano Angelini della Fiom-Cgil di Firenze
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 27 ottobre 2022