“A Taranto c’è una situazione di caos senza precedenti. Dopo una prima comunicazione di ArcelorMittal di ridurre al minimo la marcia degli impianti, ora la situazione sembra essere tornata alla normalità con un atteggiamento ai limiti della schizofrenia e del quale intendiamo chiedere conto all’azienda e al Governo. Infatti, questa condizione di incertezza e di insicurezza tra i lavoratori diretti e dell’indotto è diventata insopportabile.
Sono chiare le responsabilità di Invitalia e del Governo per i ritardi sul completamento degli assetti societari e sul rilancio industriale ed ambientale del sito, ma ciò non legittima il comportamento di ArcelorMittal, che prima sembra prendere in ostaggio i lavoratori scaricando su di loro responsabilità improprie e poi improvvisamente comunica una decisione opposta.
E’ evidente che così non si può andare avanti. Il rischio è che si passi dallo stallo ad un piano inclinato in cui mancate decisioni e scelte inaccettabili mettano in discussione sia la risalita produttiva che la ripresa della fornitura dell’acciaio agli utilizzatori finali, trascinando anche le prospettive dei siti di Genova, Novi Ligure e dell’insieme del gruppo.
Resta urgentissimo un intervento del Presidente del Consiglio Mario Draghi ed una convocazione delle parti e dei sindacati per evitare di perdere un asset strategico dell’industria di questo Paese”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia