Maurizio Marcelli, responsabile Ufficio salute e sicurezza della Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
«Ancora una volta l’Inail fornisce i dati sull’incidenza infortunistica sul lavoro e in particolare sugli infortuni mortali come se fossero numeri del gioco del lotto.»
«L’Inail non chiarisce se i dati forniti oggi, che parlano di una riduzione degli infortuni rispetto al 2012 di circa il 7% e degli infortuni mortali di ben il 17%, tengono o meno in conto che le ore lavorate nel 2013 si sono ulteriormente ridotte rispetto a quelle del 2012, a causa della crisi che ha inciso pesantemente nel settore industriale.»
«I numeri dell’Inail non ci dicono se comprendono o meno tutti gli infortuni che gli ospedali registrano ma che non vengono denunciati perché coinvolgono lavoratori che operano in nero, come anche gli infortuni che in ospedale si trasformano in malattie in quanto sono stati determinati dal mancato rispetto da parte di gran parte delle imprese delle norme e procedure in materia di sicurezza, come indica anche l’87% delle irregolarità riscontrate nelle imprese ispezionate.»
«Il quadro degli infortuni e delle malattie professionali che aumentano a causa del peggioramento delle condizioni degli ambienti di lavoro e dei processi lavorativi per l’aumento dell’orario lavorativo, per l’intensificarsi a carico di ciascun lavoratore dei carichi di lavoro è ben più critico del quadro edulcorato che l’Inail vorrebbe rappresentare.»
«Per invertire questa situazione non basta l’impegno generoso e sempre più competente di tante migliaia di Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza ma è necessario un ben altro e diverso impegno – oltre alla volontà – da parte del Governo, che intervenga sulle imprese per costruire una reale e non formale cultura della prevenzione, da una parte non cancellando o smantellando in nome della semplificazione burocratica le buone norme in materia e dall’altro rafforzando e non riducendo le strutture di vigilanza, come sembra si appresti a fare il ministro del Lavoro nel Job Act, con la cancellazione del ruolo di prevenzione e ispezione delle Asl.»
«Come, allo stesso modo, è necessaria una riqualificazione del ruolo del Consiglio di Vigilanza dell’Inail che, esprimendo anche la rappresentanza dei lavoratori, non può ridursi a mero testimone del lento scivolamento dell’Inail verso una caratterizzazione del proprio ruolo sempre più assicurativo e privatistico e sempre meno di soggetto che attivi le azioni necessarie per la prevenzione degli infortuni e delle patologie correlate al lavoro.»
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 9 luglio 2014