Dopo lo sciopero di eri, la fabbrica che Chn vuole chiudere per trasferire le produzioni a Torino anche oggi si è fermata: le lavoratrici e i lavoratori sono usciti dai cancelli e, dopo una assemblea nel piazzale antistante lo stabilimento, hanno dato vita ad un corteo (cui hanno preso parte anche il sindaco e la giunta di Pregnana) per le vie della città, uniti e determinati a difendere fino in fondo non solo il proprio posto ma l’attività di un sito storico.
“Il messaggio che le lavoratrici e i lavoratori hanno portato in assemblea – dichiarano Marco Giglio, segretario generale Fim Milano Metropoli, Roberta Turi, segretaria generale Fiom Milano, Francesco Caruso, segretario Uilm Milano, Monza e Brianza - e gridato in corteo è chiaro e netto: qui il lavoro c’è e noi qui vogliamo continuare a lavorare.
Ci opporremo con tutte le nostre forze, anche incalzando chi per ruolo istituzionale ha il potere e il dovere di intervenire, perché il piano di Chn non vada in porto.
Nell’incontro che abbiamo avuto oggi con il primo cittadino e la giunta di Pregnana abbiamo deciso di costruire una rete di sindaci dei comuni limitrofi perché la chiusura dello stabilimento e la perdita di 300 posti di lavoro avrebbe un impatto devastante su questo territorio già provato da dismissioni e licenziamenti.
C’è poi un “piano più alto”, troppe volte assente nelle vertenze per l’occupazione: Regione Lombardia. Chiediamo al Presidente Fontana e all’Assessore alle attività produttive non solo di incontrarci, ma di spendersi politicamente in modo incisivo, anche perché chi sta “rubando il lavoro” a Pregnana non è la povera gente in fuga da guerre e miseria ma un colosso industriale che in questi anni ha intascato soldi della collettività.
Martedì 8 ottobre saremo a Torino, all’incontro con l’amministratore delegato, per dirgli che un obiettivo finanziario non vale quanto la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori.
Lavoratrici e lavoratori con in quali decideremo, giorno per giorno, tutte le azioni da intraprendere per scongiurare la chiusura dello stabilimento. A quanto pare Chn ha una gran fretta di concludere a modo suo questa vertenza. E allora ciascuno deve fare la sua parte, compreso il Governo che deve convocarci immediatamente”.
Milano, 2 ottobre 2019