“Il rischio che i dazi doganali americani impattino negativamente sulle produzioni e sull'occupazione italiana non è scongiurato, anzi è necessario che il futuro governo intervenga a scongiurare azioni protezionistiche degli USA verso l'Europa che avrebbero una ricaduta sui volumi produttivi degli stabilimenti italiani che producono per il mondo a partire dal polo del lusso fino alla Jeep.
Le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, non danno nessuna garanzia su tre temi chiave per i lavoratori italiani del gruppo. Intanto, la proprietà di FCA conferma di non aver abbandonato l'idea di fusione con altri player del settore senza però dare alcuna rassicurazione per le maestranze sull'eventuale impatto occupazionale. E' preoccupante l'affermazione dell'amministratore delegato secondo cui con il piano industriale non saranno comunicati gli obiettivi produttivi, perché questo non consentirà nessuna verifica sulla occupabilità dei nuovi modelli.
L'attesa di un incontro informativo e di confronto con la direzione aziendale non è più rinviabile a partire da Mirafiori, Pomigliano e Nola, dove abbiamo firmato i contratti di solidarietà in scadenza per i lavoratori, ma con l'obiettivo di avere una nuova missione produttiva.
Il mercato dell'auto è in rapida evoluzione, al salone dell'auto di Ginevra FCA non è presente con un nuovo modello innovativo prodotto in Italia. Abbiamo bisogno negli stabilimenti italiani di nuovi modelli ibrido o elettrico, e vista la nuova legislazione sulla possibilità di sperimentare auto a guida autonoma.
Siamo preoccupati per le eventuali scelte sui marchi che alcune dichiarazioni lasciano presagire: se Jeep sarà il più grande brand del gruppo mentre per Fiat è assicurato il futuro solo dei modelli generalisti già in produzione, senza i quali oggi ci sarebbero tre stabilimenti in meno in Europa.
Inoltre, FCA conferma la scelta di diminuire la dipendenza dal diesel, ma è necessario un confronto sulla transizione verso alimentazioni alternative per i lavoratori di Pratola Serra e della VM di Cento. A pochi mesi dalla presentazione del nuovo piano, le attività procedono a singhiozzo in molti stabilimenti; in produzione e negli enti centrali sono previste nel mese di marzo le chiusure già decise dall'azienda. Il futuro premier ha già in agenda una priorità per i lavoratori del nostro Paese”.
Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil.
Fiom-Cgil Ufficio Stampa
Roma, 6 marzo 2018