Lunedì, 30 Dicembre 2024

Ilva. Confronto o conflitto

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Questa mattina, presso la camera del lavoro di Taranto, si è tenuta una conferenza stampa della Fiom-Cgil, alla quale hanno partecipato Rosario Rappa, della segreteria nazionale, Giuseppe Romano e Francesco Brigati, della segreteria territoriale di Taranto, per esprimere le forti preoccupazioni della Fiom per la situazione attuale dell'Ilva.

Per la Fiom, infatti, questa fase di incertezza sta facendo perdere quote consistenti di mercato – in particolare si stanno perdendo molte commesse nei tubifici – determinando, per la prima volta dal dopoguerra, un'importazione di prodotti piani nel nostro paese superiore alle quantità che vengono prodotte (5,7 milioni di tonnellate importate rispetto ai 5 milioni prodotti).

Una fase che sta comportando non solo ritardi nell'applicazione del piano e del risanamento ambientale, così come già più volte denunciato dalla Fiom, ma anche la non sufficiente manutenzione sia ordinaria che straordinaria – che mette a rischio la sicurezza dei lavoratori oltre a provocare l'obsolescenza degli impianti – e la crescita dell'indebitamento, bruciando in questo modo risorse che potrebbero essere impiegate meglio.

Per la Fiom non è ammissibile che i commissari parlino con il governo, tengano audizioni parlamentari e non si confrontino con le organizzazioni sindacali. Per questo viene ribadita la necessità che i commissari attivino un tavolo di confronto con i sindacati per discutere di quanto sta succedendo in Ilva tutto il territorio nazionale e, al contempo, di quale percorso abbiamo davanti – a novembre scadono i 120 giorni dall'insediamento dei commissari – per evitare che si possano determinare situazioni già viste in altre aziende commissariate, con esuberi da scaricare sulla hold e lavoratori assunti a cui non si applicano i diritti pregressi, a partire da quanto previsto dal jobs act, e la messa in discussione dei livelli salariali attuali. 

Non vorremmo, data la complessità della gestione della fase di transizione e di quella a seguire, che tra organizzazioni sindacali, commissari e governo si arrivi a un confronto “a cose fatte”. 

Infine, è stato ribadito che per la Fiom qualunque soluzione per essere condivisa dovrà prevedere il mantenimento dei diritti e degli attuali livelli salariali e occupazionali dei lavoratori diretti e dell’intero bacino dell’indotto. Diversamente si aprirà il conflitto. 

 

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

 

Roma, 16 settembre 2016

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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