Michele De Palma, Coordinatore nazionale per la Fiom-Cgil del gruppo Fiat, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione.
Le comunicazioni fatte dall'amministratore delegato di FCA nella “conference call” con gli azionisti a seguito del consiglio d'amministrazione tenuto a Londra, confermano la giustezza della richiesta avanzata formalmente nei giorni scorsi dalla Fiom di tenere un incontro urgente per un confronto con tutti i sindacati presenti in FCA.
La necessità della convocazione del tavolo è confermata dalle importanti modifiche al piano precedente presentato dallo stesso amministratore delegato. Le decisioni presentate oggi di posticipare il lancio dei nuovi modelli Alfa ha un impatto a “effetto domino” visto che lo stesso amministratore delegato aveva affermato che “un modello pagava il successivo”.
Quali effetti avranno sull'utilizzo degli impianti presenti in Italia la decisione di posticipare il lancio di nuovi modelli a partire da quelli a marchio Alfa e cancellare l'obiettivo di produrre 7 milioni di veicoli, visto che oggi i lavoratori di Mirafiori, Grugliasco, Modena, Cassino e Pomigliano sono interessati dall'utilizzo di ammortizzatori sociali è il centro del confronto che dovrà tenersi. Sostenere che non c'è più l'obiettivo di 7 milioni di auto per il 2018 senza proporne uno nuovo rischia di compromettere il ritorno al lavoro di tutte le lavoratrici ed i lavoratori: questo riteniamo sia un punto essenziale del confronto con la direzione aziendale. Il piano precedente prevedeva di fatto che entro il 2018 tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani sarebbero tornati in fabbrica, con le dichiarazioni rilasciate su un piano che traguarderebbe il 2020 è consapevolezza di tutti che oltre il 2018 non vi è alcun tipo di certezza o previsione possibile vista la volubilità del mercato dell'auto e il rischio che a quella data non tutti i gruppi presenti oggi esisteranno ancora.
Infine, nell'ambito del confronto che auspichiamo in tempi brevi è fondamentale il lancio produttivo anche in Italia delle auto ibride.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 27 gennaio 2016