Nella conferenza stampa tenuta dalla Fiom-Cgil di Torino sulla situazione del Polo del Lusso e del comprensorio di Mirafiori - alla vigilia del Cda di Fca in cui dovrebbero essere precisati i piani produttivi fino al 2018 - è stato sottolineato che gli addetti del Polo del Lusso a Torino (Maserati, Carrozzeria di Mirafiori, ex Itca) sono calati di oltre mille unità nel corso degli ultimi cinque anni (tra pensionati e trasferiti in altri stabilimenti). Inoltre, anche con la partenza della produzione del Suv Levante e con il restyling della Mito, gli addetti delle Carrozzerie di Mirafiori che rimarranno comunque in cassa integrazione saranno più di 1.500, in gran parte lavoratori che in questi anni hanno già scontato la cassa integrazione praticamente a zero ore. La situazione alla Maserati di Grugliasco non è molto migliore, dato che la produzione è scesa dalle 36 mila vetture del 2014 alle 26 mila del 2015, con un ricorso alla cassa integrazione del 30% rispetto all'orario complessivo di lavoro. Per quanto riguarda infine il comprensorio di Mirafiori, la cassa integrazione riguarda anche le Presse (fino al febbraio 2017) e la Powertrain-ex Meccaniche, per le quali l'unica produzione è il cambio (che però ha già 25 anni).
Secondo Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom-Cgil, “all'azienda, che cresce in Italia ma in modo squilibrato con 2 stabilimenti che corrono e altri 4 che fanno cassa, chiediamo tre cose: che venga assegnato un nuovo prodotto a Mirafiori, in modo da garantire il rientro al lavoro di tutti gli addetti; che venga offerta una prospettiva a Grugliasco, dato che gli attuali modelli non tutelano il lavoro per gli attuali addetti; che anche alle ex Meccaniche venga assegnata una nuova missione produttiva. Inoltre, i ritardi della Giulia si stanno scaricando anche sulle aziende torinesi di Fca e dell'indotto. Per questo chiediamo infine all'azienda, dopo il Cda di domani a Londra, di aprire un tavolo di confronto in modo da garantire che la ripresa sia distribuita equamente in tutti gli stabilimenti, annullando quel divario che in questi anni ha penalizzato fortemente una realtà come Mirafiori: anche perché non possiamo dimenticare che a cinque anni dalle promesse del referendum del gennaio 2011 più modelli destinati all'impianto torinese sono stati poi realizzati altrove, dalla 500L ai 2 piccoli Suv che tanto hanno inciso nell'aumento delle vendite dell'ultimo periodo”.