Dopo una lunghissima trattativa, alle 6.30 di questa mattina è stata raggiunta un'ipotesi di accordo sulla vertenza Allegion-Cisa da sottoporre ora al voto dei lavoratori e delle lavoratrici.
Nel giugno scorso l'azienda aveva dichiarato 258 esuberi nel sito di Faenza e circa 20 nel sito di Montsampolo del Tronto, motivandoli con la decisione di dismettere alcune attività produttive. L'ipotesi di accordo raggiunta, fra le altre cose, prevede il ritiro dei licenziamenti e il ricorso alla mobilità volontaria e incentivata, con l'erogazione di una quota salariale pari a 30 mensilità per un massimo di 130 lavoratori da ricercare su un bacino di 400. Inoltre, verrà attivata la cassa integrazione per riorganizzazione per un periodo minimo di 12 mesi, prolungabile fino a 24 mesi. Chi andrà in cassa integrazione, per la quale sarà attivato un meccanismo di rotazione, avrà un integrazione mensile di 400 euro. Al termine della cassa integrazione, e anche successivamente al piano di riorganizzazione, l'azienda non licenzierà e i lavoratori che non andranno in mobilità, o in presenza del permanere di eccedenze, le stesse verranno riqualificate e utilizzate in attività produttive all'interno dello stabilimento di Faenza. Eventuali criticità dovranno essere affrontate e risolte con azioni condivise.
Per Bruno Papignani, responsabile del gruppo per la Fiom, “è stata una trattativa lunga e molto complessa. È chiaro che se da un lato con l'accordo si espande l'attività di ricerca dall'altro ne soffre l'attività produttiva. Non c'è quindi da esultare, in quanto si tratta di un accordo difensivo che, tuttavia, tutela i lavoratori ed esclude in modo assoluto che anche solo un lavoratore venga licenziato. Il piano industriale presentato dall'azienda, pur modificato a più riprese nel corso del negoziato, non è stato da noi condiviso. La nostra azione si è concentrata nella difesa dei lavoratori e di una realtà che avesse ancora un senso dal punto di vista industriale.”
“Queste ultime quindici ore di trattativa presso il ministero dello Sviluppo economico – ha aggiunto Papignani – hanno visto momenti di forte tensione e il rischio di una rottura che avrebbe portato l'azienda ad aprire unilateralmente la mobilità per 258 lavoratori.
Ritengo questo accordo necessario per i lavoratori, come ritengo importanti gli impegni assunti dalla Regione Emilia-Romagna su diversi temi a partire dalla formazione.”
“Adesso – ha concluso – la decisione finale spetta ai lavoratori.
Tutte le sigle sindacali e tutte le Rsu presenti alla trattativa danno un giudizio positivo dell'accordo, convinti che sia stato fatto tutto il possibile per evitare conseguenze drammatiche per i lavoratori e per il territorio.”
Il Gruppo Allegion conta oltre 7.000 lavoratori nel mondo, Allegion-Cisa ha circa 550 lavoratori nello stabilimento di Faenza e 200 in quello di Ascoli Piceno.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 30 settembre 2015