“Si è svolto il secondo incontro al Ministero del Lavoro per discutere della richiesta di proroga della cassa integrazione per i lavoratori di Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria in scadenza oggi.

Abbiamo ribadito la necessità che il tavolo a Palazzo Chigi sia convocato quanto prima perché i lavoratori e le organizzazioni sindacali non possono apprendere dagli organi di stampa quale sarà il loro futuro.

Abbiamo appreso dalla discussione di oggi che non c’è più un piano di ripartenza, perché è in corso la trattativa di vendita dell’ex Ilva.

L’azienda si è resa disponibile a ragionare delle richieste sindacali di continuità delle condizioni della precedente cassa integrazione e a ridurre da 3.420 a 3.200 i lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione a rotazione. Si tratta di un numero ancora non adeguato, visto che la media dei lavoratori coinvolti è stata tra i 2.400 e i 2.500.

Il Governo, da quando sono arrivate le offerte vincolanti, ha smesso di discutere con il sindacato. Per la Fiom-Cgil questo non è più accettabile. La nostra posizione rimane confermata: non si può prescindere dalla presenza in equity dello Stato, dalla integrità del gruppo siderurgico, dalla  garanzia occupazionale per i 10.200 lavoratori diretti, i 1.600 lavoratori di Ilva in AS, e i 5.000 lavoratori degli appalti. Pertanto, non accetteremo discussioni che prevedano esuberi. Se sarà necessario, l’incontro a Palazzo Chigi ce lo andremo a conquistare.

Nel frattempo, il tavolo al Ministero del Lavoro è stato aggiornato a martedì 4 marzo alle ore 10.30”.

Lo dichiara in una nota Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil

Ufficio stampa Fiom-Cgil

Roma, 28 febbraio 2025

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Ex Ilva. Fiom: ora più che mai è urgente la convocazione a Palazzo Chigi	213 kB