Nella giornata di oggi si è svolto l'incontro, richiesto da Fim-Fiom-Uilm, tra Ministero del Lavoro, azienda e organizzazioni sindacali sulla richiesta di Acciaierie D'Italia relativa ad una ulteriore cigs in deroga che coinvolgerebbe 2.500 dello stabilimento di Taranto.
Come Fiom-Cgil, unitariamente con tutte le altre sigle sindacali, abbiamo manifestato fortissime perplessità denunciando che, nonostante la ripartenza di Afo2 e nonostante le recenti dichiarazioni dell'azienda circa i 60 milioni di nuovi ordini, si sia riscontrato un aumento ingiustificato del ricorso alla cassa integrazione ed una gestione aziendale degli ammortizzatori unilaterale e fuori controllo, anche in presenza di un accordo ministeriale.
Abbiamo chiesto al Ministero di vigilare sull'utilizzo delle risorse pubbliche e sul pieno rispetto delle leggi e del CCNL vista la violazione contrattuale di cui Acciaierie D'Italia è responsabile relativamente alla mancata erogazione, entro i termini previsti del 1° giugno, del welfare come previsto dal contratto nazionale di lavoro.
Inoltre, l'assenza di chiarezza da parte dell’attuale management in merito agli assetti produttivi e alla destinazione dei prodotti semi lavorati che derivano dagli aumenti produttivi generano una situazione sempre più allarmante, visto che, di fatto, vi è un utilizzo anomalo della cassa anche negli stabilimenti del Nord. Tale situazione fa pensare ad una gestione che consegna i profitti al socio privato e scarica sulle risorse pubbliche e sulle condizioni salariali dei lavoratori le perdite. Tutto ciò è inaccettabile.
Pertanto, è necessario che il Governo si assuma tutta la responsabilità, assicurando una governance seria e affidabile per gli stabilimenti siderurgici strategici per il nostro Paese.
Lo dichiarano in una nota congiunta Roberto D'Andrea, coordinatore nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil e Francesco Brigati, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 13 giugno 2023