Sta per concludersi la campagna referendaria “No TRIV” e la logica richiederebbe che la polemica di chi si è pronunciato per il “ NO “ fosse più seria delle sciocchezze che invece si stanno propalando anche in questi giorni.
Si continua a parlare di migliaia di licenziamenti tra i lavoratori del settore energetico se si affermasse il “SI“ e non si tenta di analizzare più seriamente le conseguenze della crisi che è il vero rischio per il lavoro.
Sono stati resi pubblici in questi giorni, da Terna, la società che gestisce la rete elettrica, i dati dei consumi elettrici nel mese di marzo che evidenziano un forte calo della domanda di quasi il 3% rispetto al marzo 2015 e molto differenziata per aree territoriali: -4,3% nel sud, -3,2% nel centro, -2,1% nel nord.
La domanda di elettricità è stata soddisfatta per l'83,2% da energia prodotta in Italia e per il 16,8% da energia scambiata con l'estero.
Questi dati ci confermano che la crisi economica generale ha investito pesantemente il settore energetico in tutto il ciclo: dall'approvvigionamento, alla raffinazione degli idrocarburi, alla produzione di energia elettrica, alla distribuzione.
Dunque la crisi del settore e la paventata perdita di posti di lavoro non è la conseguenza della presenza di energie rinnovabili e non sarà determinata dalla possibile vittoria del SI ma solo dal perdurare della crisi che ha prima frenato e poi ridotto il consumo elettrico e il consumo per l’autotrazione e determinato i processi di ristrutturazione che i grandi “competitors” del settore, a iniziare dall' Eni hanno avviato.
In questo quadro di perdurante crisi è la energia prodotta dalle fonti rinnovabili la più penalizzata proprio per l'assenza di una seria politica energetica del governo e sono gli addetti a questa filiera produttiva i più colpiti. Infatti nella crisi generale la energia prodotta dal fotovoltaico si è ridotta del 12,4% quella eolica dell'8,1% quella idroelettrica del 2,1% con conseguenze pesanti per le imprese che operano nel settore e per l'occupazione.
Un risultato positivo il 17 aprile permetterebbe non solo una tutela migliore dell'ambiente ma anche la possibilità di avviare un processo decisionale di sostegno effettivo a una produzione energetica pulita, che può realizzare molta più occupazione di quanta ne offre il vecchio modello energetico.
Con questo obiettivo impegniamo questi ultimi giorni a dare tanta informazione per affermare il “SI” e impegniamoci anche a essere presenti come rappresentanti referendari nei seggi e per controllare l'esercizio del voto.
Roma, 14 aprile 2016