Venerdì, 22 Novembre 2024

I numeri del petrolio: poco lavoro e un pessimo affare per lo stato

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L’incidenza sul fabbisogno energetico nazionale degli idrocarburi estratti entro le 12 miglia marine è pari all’1% per il petrolio e al 2% per il gas; o forse anche meno, visto che nel 2013 l’incidenza complessiva su terraferma e mare - entro e oltre le 12 miglia - era pari al 3% per il petrolio e al 4% per il gas. (fonte: Decreto interministeriale 8 marzo 2013 – Strategia energetica nazionale, p. 18). Ma secondo l’Unione petrolifera “la produzione di greggio nazionale rappresenta il 10,1 per cento dei consumi nazionali, mentre quella di gas contribuisce all’11,5 per cento: così nella Relazione annuale 2015.

Gli incentivi diretti e indiretti alle fonti fossili in Italia ammonterebbero ogni anno a 14,7 miliardi di euro (fonte: Dossier “Stop sussidi alle fonti fossili”, dicembre 2015, Legambiente).

Alle casse dello stato vengono versati dalle multinazionali 340 milioni di euro circa in media all’anno: le royalties dovute sono pari al 10% per il gas e il petrolio estratti su terraferma; al 7% per il petrolio estratto in mare; al 10% per il gas estratto in mare. In mare: per le prime 50.000 tonnellate di greggio estratto all’anno non si paga niente; e così anche per i primi 80 milioni di metri cubi di gas (fonte: “Indicazioni generali sulle royalties applicate alle produzioni di idrocarburi”, Ministero dello Sviluppo Economico).

Il 90-93% di ciò che si estrae è di proprietà di chi lo estrae.

Non c’è nessun rapporto tra diminuzione delle estrazioni e importazioni di idrocarburi: nel 2010 la produzione di gas nazionale è stata pari a 8.406 milioni di metri cubi e le importazioni sono state pari a 75.304 milioni di metri cubi; nel 2013 la produzione di gas nazionale è stata pari a 7.735 milioni di metri cubi e le importazioni sono state pari a 61.966 milioni di metri cubi; nel 2014 la produzione di gas nazionale è stata pari a 7.149 milioni di metri cubi e le importazioni sono state pari a 55.757 milioni di metri cubi (fonte: Situazione energetica nazionale 2014, relazione del luglio 2015, Ministero dello Sviluppo Economico).

Dal 2010 al 2014 la produzione nazionale è scesa di 1.257 milioni di metri cubi, mentre l’importazione è diminuita di 19.547 milioni di metri cubi.

Gli occupati complessivi nel settore Oil&Gas in tutta Italia erano al 2010 – tra diretti e indotto – circa 34.000 (Fonte: Nomisma Energia). Il settore, com’è noto, è poi entrato in profonda crisi e questo ha avuto effetti negativi anche sull’occupazione. Come è possibile sostenere oggi che con una eventuale vittoria del “sì” si perderebbero 130.000 posti di lavoro?

 

La Fiom è il sindacato delle lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cgil

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