“Grazie di essere venuti”, è la frase che più frequentemente ci siamo sentiti rivolgere dai cittadini tunisini che abbiamo incontrato in questi giorni. Qualcosa di più di una cordiale espressione di benvenuto, ma davvero un ringraziamento per quello viene considerato un gesto di concreta solidarietà e di fiducia nei confronti del popolo tunisino, quasi un atto di coraggio dopo l’assalto al museo del Bardo, che ha portato Tunisia sui media di tutto il mondo come paese ad alto rischio terrorismo.
Ascoltando gli interventi dei compagni della Ugtt in occasione dei nostri incontri più o meno formali o nei seminari del forum, era chiaro che non erano parole di circostanza, ma sosprattutto esprimevano la conspevolezza che la presenza e la solidarietà della comunità internazionale , è e sarà una condizione fondamentale per consentire alla Tunisia di proseguire il proprio percorso democratico e costituzionale di non essere risucchiata nel terreno di lotta del fanatismo islamista, ISIS o quale che sia la forma e il nome con cui si presenta.
Prima di partire ci è capitato di chiedreci se e quale fosse ancora il senso di un evento come il Forum Sociale Mondiale.Non vorremmo cedere alla retorica, ma in quelle facce e in quelle parole possiamo trovare il senso e la importanza di avere organizzato il Wsf 2015 a Tunisi, certamente bastano per dare un senso alla nostra presenza.
Venendo ai lavori del Forum, dopo la manifestazione di apertura si è avviato sotto la pioggia anche il programma dei seminari e workshop autogestiti.
Come delegazione Fiom abbiamo copromosso con la confederazione tunisina Ugtt un seminario su multinazionali e diritti umani e del lavoro che ha visto una interessante discussione sulle responsabilità dei grandi gruppi multinazionali nel determinare non solo un peggioramento generalizzato dei salari e delle condizioni di lavoro, ma anche un impatto negativo sui diritti sociali e sull’ambiente, esercitando un potere di condizionamento su governi e parlamenti attraverso il ricatto della mobilità dei capitali e delocalizzazioni e con la promozione di trattati commerciali transnazionali come il Ttpi.
Il seminario ha visto una buona partecipazione e oltre a noi e Ugtt, sono intervenuti vari sindacalisti francesi, belgi, indiani, il Segretario aggiunto di IndustriAll Fernando Lopes e alcuni esponenti di associazioni e movimenti. Fra le diverse considerazioni e proposte avanzate dai diversi intervenuti, non possiamo non citare l’appello del rappresentante della Ugtt sul bisogno per il sindacato di allargare la sua capacità di mobilitazione e di iniziativa, coinvolgendo altri soggetti sociali, e relazionandosi con quei settori della politica disponibili a sostenere le istanze e le proposte del sindacato e dei movienti sociali.
Parlava in francese, ma il concetto espresso non era molto diverso dalla nostra proposta sulla necessità di costruzione di una coalizione sociale che vada oltre l’attuale ambito della rappresentanza sindacale.
Siamo inoltre intervenuti a due Workshop: quello promosso dalla rete Transform Europa, sul tema “Industria sostenibile e nuovo modello di sviluppo, nella prospettivadi una relazione di cooperazione paritaria fra paesi delle due sponde del mediterraneo. Focus di questa discusssione come affermare il ruolo dei lavoratori e dei movimenti sociali nella determinazione delle politiche industriali e di sviluppo, in estrema sintesi come aprire percorsi di democratici nella decisione di cosa produrre, dove, e con quali condizioni di lavoro e rapporto con il territorio. E quello promosso da Ugtt su “i diritti delle donne lavoratrici” in cui si sono confrontate le esperienze in materia di lotta alla discriminazione di genere nel lavoro e nelle organizzazioni sindacali, di vari paesi fra cui Italia, Francia, Belgio, India , Tunisia.
Stefano Maruca - Roberta Turi
Tunisi 26 marzo 2015