ORDINE DEL GIORNO
IL DIRITTO DI SCIOPERO NON È NEGOZIABILE
Per anni i leaders europei si sono incontrati regolarmente con l’intento di salvare l’industria finanziaria e il sistema bancario dal collasso totale. Hanno spesoi in questo sforzo miliardi di Euro pagati in tasse dai contribuenti per tenere in buona salute le agenzie di rating antidemocratiche. Il successo di questo gigantesco pacchetto di salvataggio è molto sottile e non si vede ancora la fine della crisi.
I debiti pubblici sono cresciuti ad un volume senza precedenti mentre milioni di cittadini stanno soffrendo gli effetti delle miopi politiche di austerità e dei tagli ai bilanci persino nei servizi sociali essenziali. Il nuovo Patto Fiscale, concordato nel summit di lunedì da 25 dei 27 paesi membri, consolida ulteriormente questo trend introducendo un sistema di sanzioni invece che incentivi per investimenti sostenibili.
Non passa giorno senza nuovi licenziamenti e tassi di disoccupazione crescenti soprattutto tra i giovani. Non siamo mai stati tanto lontani dal “Sogno Europeo” di prosperità e sicurezza sociale per i cittadini. Sono sotto ttacco non solo i servizi sociali ma anche i diritti fondamentali. Competitività, crescita e profitti per le aziende sembrano le forze prevalenti che guidano i politici.
Documenti recenti della Commissione Europea rivelano che si prevede di limitarein certi casi il diritto disciopero per legge Europea, diritto che è l’ultima arma per proteggere gli interessi dei lavoratori. Invece di creare un quadro economico dinamicoe sviluppare un’occupazione di alta qualità, le regole del mercato comune vengono alterate per peggiorare le condizioni dei lavoratori manuali e dei contribuenti mentre altri traggono benefici dagli sforzi comuni.
Nel loro esecutivo congiunto, la FEM, EMCEF e ETUF dichiarano che:
Il mercato unico non è fine a se stesso ma è stato costituito per raggiungere il progresso sociale per tutti i popoli dell’Unione Europea.
Le regole della libertà economica e della competitività non possono essere prioritari sui diritti fondamentali sociali e sul progresso sociale. In caso di conflitto tra i due i diritti sociali devono avere la precedenza.
La libertà economica non può essere presa a pretesto dagli attori per non rispettare o aggirare le leggi e le prassi nazionali o per motivi di competitività sleale in termini di salari e condizioni di lavoro.
Il diritto alla contrattazione collettiva e il diritto di sciopero sono diritti fondamentali e perciò NON NEGOZIABILI.
La situazione sociale in Europa è sotto un duro attacco. Per questo motivo gli esecutivi congiunti chiamano tutti gli affiliati a sostenere la giornata di azione indetta dalla CES per il 29 di febbraio 2012, alla vigilia del Consiglio Europeo del 1 e 2 di Marzo.
L’occupazione e la giustizia sociale non può più essere tenuta fuori dall’agenda Europea.
Approvato all’unanimità
Roma, 2 febbraio 2012
Traduzione a cura dell’Ufficio Europa Fiom nazionale