Si è svolto lunedì 12 ottobre l’Attivo nazionale della Fiom sulle problematiche relative all’amianto, che ha visto la partecipazione non solo di tante strutture regionali e territoriali ma anche della Presidenza nazionale dell’Inca e della Cgil nazionale. Dall’attivo sono scaturite le considerazioni e le decisioni che vi trasmettiamo, che sono ulteriormente chiarite dai contributi dell’avvocato Massimiliano del Vecchio e da Vittorio Bardi.
Nell’attivo si è riaffermato il giudizio positivo sull’utilità del ricorso al Tar del Lazio, da parte della Aiea, con la richiesta dell’annullamento del decreto del Ministro del Lavoro del marzo 2008 e della successiva circolare dell’Inail e pur riconfermando grande soddisfazione alla sentenza che ha accolto il ricorso, si ritiene che perseguire oggi l’obiettivo dell’ottenimento dei benefici previdenziali per i lavoratori esposti negli anni all’amianto lungo questo percorso legale sia fortemente rischioso e incerto, in quanto il Governo ha presentato appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, che potrebbe di conseguenza anche essere totalmente ribaltata.
Oggi la Fiom anche con il supporto dei legali e del Patronato Inca ritiene più utile e certa, per l’ottenimento dei benefici per i lavoratori che ritengono di avere i requisiti, la strada del ricorso legale, individuale, esteso e generalizzato.
La Fiom ritiene anche necessaria realizzare una estesa azione legale per il riconoscimento dei danni determinati dall’esposizione all’amianto, ai lavoratori interessati e allo loro famiglie.
Per realizzare questi impegni invitiamo tutte le strutture regionali e territoriali ad avviare da subito, anche all’interno degli appuntamenti e delle iniziative di contrasto all’accordo di Fim e Uilm, una campagna di informazione rivolta ai lavoratori interessati a tale possibilità di tutela legale, realizzando nel contempo il coordinamento dell’iniziativa tra le gli uffici legali della Fiom, là dove esistono, delle Camere del Lavoro e il patronato Inca.
Il coordinamento è necessario non solo ai fini dell’eventuale azione legale ma anche per realizzare in via prioritaria insieme ai lavoratori una verifica del possesso dei requisiti di legge, attraverso una attenta indagine condotta sui singoli casi in ordine: alle mansioni svolte, alla effettiva dispersione delle fibre di amianto nella intera unità produttiva, alla durata dell’esposizione, al periodo interessato.
Questa verifica è necessaria non solo per non creare facili illusioni tra i lavoratori, ma anche all’opposto per contrastare l’eventuale respingimento da parte delle Contare, della domanda , che è necessaria comunque inviare all’Inail, prima dell’azione legale. Molte Contarp negano l’accesso al riconoscimento all’esposizione all’amianto, esprimendo giudizi avversi alla richiesta di accesso ai benefici anche a chi è pochissimo distante ai valori soglia, oppure per negligenza nello svolgimento dell’indagine documentale o perché non hanno sollecitato fortemente le aziende coinvolte a fornire tutta la documentazione in loro possesso o anche per una comprovata vera e propria malafede nei comportamenti e cosi creando differenze di applicazione di diritti e trattamenti tra lavoratori egualmente esposti.
Sostenere il giusto risarcimento ai lavoratori effettivamente esposti all’amianto, attraverso l’uscita anticipata dal lavoro, come forma di compensazione per una aspettativa media della vita che potrebbe risultare inferiore per chi è stato esposto rispetto agli altri, è per la Fiom un obbligo che deve realizzato utilizzando tutte le possibilità che ci sono date, anche attraverso una azione combinata tra l’esercizio di una intelligente pratica negoziale/sindacale e quella legale.
Invitiamo tutte le strutture regionali e territoriali a richiedere alle rispettive strutture regionali e camerali della Cgil la convocazione rapida di attivi che coinvolgano tutte le categorie , i gruppi dirigenti e i lavoratori delle aziende ove è presente il problema amianto con l’obiettivo di far partire la campagna che oltre l’azione legale deve prevedere anche i seguenti intenti e le opportune iniziative:
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richiedere incontri, accompagnate da presidi, con i Prefetti per sostenere le richieste di riconoscimento inviate all’Inail;
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attivare delle richieste di incontro accompagnate da presidi alle direzioni regionali e provinciali dell’Inail e ai Consigli di Vigilanza per richiedere una corretta applicazione della legge 257/92 e per una verifica dell’effettiva azione di prevenzione e sorveglianza , insieme alle strutture regionali sanitarie , nei confronti delle aziende , dove sono presenti lavoratori ex esposti o dove ci sono strutture che vedono ancora la presenza dell’amianto;
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realizzare una estesa azione di denuncia sia da parte delle strutture della Fiom che degli rls nei confronti delle aziende che non hanno ancora effettuato le bonifiche;
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far partire le denuncie nei confronti dei datori di lavoro e dei medici competenti delle aziende ove è stato o è presente l’amianto, che dal 1991 hanno l’obbligo di tenere il registro degli esposti e che non lo hanno ancora realizzato;
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partire con una richiesta alle giunte regionali e ai singoli gruppi politici regionali di costituire un fondo regionale per i lavoratori deceduti o che hanno in corso patologie determinate dall’esposizione all’amianto, che integri il fondo nazionale già approvato con la finanziaria del 2008 e di cui dobbiamo chiedere con forza il decreto attuativo;
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individuare in sede locale la possibilità di iniziative pubbliche sul tema amianto che realizzi il massimo di unità possibile su questi obiettivi da parte di forze politiche e di organizzazioni sociali, compresa l’Aiea con la quale è possibile e necessario condividere molte iniziative ma senza nessuna confusione di ruoli .
In tale contesto è necessario realizzare un raccordo positivo e permanente con le strutture del patronato Inca con il quale a livello nazionale stiamo predisponendo un protocollo di cui successivamente vi invieremo copia.
Nella possibilità che non si realizzi l’attivo a carattere confederale e con la partecipazione di tutte le categorie interessate la Fiom deve comunque realizzare entro il mese di dicembre gli impegni che abbiamo definito iniziando dalla convocazione dell’attivo.
Come si vede l’impegno nei confronti dei lavoratori ex esposti all’amianto come è stato ribadito anche nelle conclusioni all’attivo da Giorgio Cremaschi non è e non sarà un fatto episodico ma per la Fiom è elemento centrale della più estesa iniziativa per la salute dei lavoratori.