Portiamo a conoscenza della sentenza (in allegato) della Corte di Appello del Tribunale di Lecce che accettando l’esito di ben tre perizie medico-legali richieste dall’avvocato della Fiom di Taranto, Massimiliano Del Vecchio, ha “imposto” all’Inail di riconoscere come malattia professionale, il carcinoma renale di cui soffriva il lavoratore del ricorso, in quanto è stato con certezza appurato che esiste il nesso causale tra la malattia e l’esposizione dello stesso lavoratore all’amianto, agli idrocarburi e alle radiazioni ionizzanti presenti nell’attività lavorativa dello stesso sia presso il petrolchimico di Brindisi che nell’Ilva di Taranto dove operava con una azienda di subappalto. La sentenza è importante sia perché ottenuta presso la sede della corte d’Appello, sia perché riesce ancora una volta a rimettere in discussione il comportamento dell’Inail che volendosi rappresentare sempre di più come struttura solo assicurativa e con logiche privatistiche si rifiutava di riconoscere la correlazione tra la patologia e il lavoro svolto.
Questa sentenza è da diffondere tra tutti i nostri legali di riferimento e tra i lavoratori perché indica che il riconoscimento delle malattie professionali può realizzarsi anche se la patologia non è tra quelle “tabellate” dall’Inail e dunque possono essere attivate ancora più incisive ed estese azioni legali di riconoscimento.
Roma, 26 novembre 2010