Infazione, chiusure e processi di reindustrializzazione, alto costo dell’energia e assenza di un piano straordinario contro la pandemia economica stanno peggiorando sempre di più la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Una situazione preoccupante, i cui effetti negativi sono concentrati particolarmente nelle regioni del Mezzogiorno, dove nuove e vecchie crisi aziendali minano l'occupazione e il reddito dei lavoratori, mentre i tassi di povertà aumentano e la disoccupazione giovanile continua a superare il 25%.
Il Sud sembra sempre più abbandonato a se stesso, nell’assenza di politiche industriali e di un piano di investimenti pubblici tesi a ridurre il crescente divario infrastrutturale, tecnologico e produttivo con il resto del Paese.
Il nuovo Governo non comprende la drammaticità della crisi e invece di aprire un confronto urgente con il sindacato sulle politiche industriali, salariali e occupazionali, con la Legge di stabilità sembra accanirsi contro lavoratori e parti più deboli della società, con politiche ?scali che penalizzano i redditi più bassi, con la reintroduzione dei "voucher" che aumentano la precarietà del lavoro e persino proponendo la cancellazione del reddito di cittadinanza.
Una Legge di stabilità iniqua, che penalizza il mondo del lavoro, i giovani e i pensionati e che occorre contrastare con gli scioperi e la mobilitazione, per rivendicare una riforma ?scale progressiva che aumenti il netto in busta paga, tuteli il potere d'acquisto dei redditi da lavoro e da pensione dall’inflazione, rafforzi la contrattazione collettiva, detassando gli aumenti salariali nel Ccnl, contrasti la dilagante evasione fiscale per incrementare gli investimenti e la spesa sociale su sanità e istruzione pubblica e dire un forte no alla cosiddetta “autonomia differenziata.
Allo stesso tempo occorre continuare a battersi affinché le ingenti risorse del Pnrr siano destinate alla riqualificazione delle fliere produttive e dei settori, per una transizione ecologica ed energetica, a partire dal Mezzogiorno, sostenibile socialmente, con un lavoro stabile, ben retribuito e con diritti.
Anche per questo, insieme a investimenti sull'industria, servono nuovi ammortizzatori sociali e interventi sulla formazione per riqualificare le competenze dei lavoratori, con un aumento della copertura economica dell’indennità di cassa e la difesa delle misure di sostegno al reddito per chi ha perso il posto di lavoro ed è caduto in povertà.
SCIOPERI E MANIFESTAZIONI CONFEDERALI A LIVELLO REGIONALE