Nel settore metalmeccanico, molte sono le vertenze aperte con effetti drammatici sull’occupazione in particolare al Sud.
L’Italia rischia la recessione, tra aumento dell’inflazione, processi di deindustrializzazione e alto costo dell’energia.
La condizione salariale delle lavoratrici e dei lavoratori sta subendo un ulteriore peggioramento a causa dell’inflazione, ma anche per l’aumento della cassa integrazione e di una crisi occupazionale che tra i giovani vede un quarto della popolazione senza lavoro, nonostante i bilanci di molte aziende stiano registrando risultati positivi.
L’8 ottobre scorso con la Cgil siamo stati in piazza a Roma per chiedere di ascoltare il lavoro:
AUMENTARE I SALARI E DIFENDERE I REDDITI da lavoro dall’inflazione, rafforzando la contrattazione, riducendo la tassazione sul salario e stabilendo un tetto ai costi energetici;
CONTRASTARE LA PRECARIETÀ, stabilizzare il lavoro e ridurre gli orari;
TUTELARE L’OCCUPAZIONE, attraverso nuovi ammortizzatori sociali e interventi formativi pianificabili nel quinquennio che garantiscano la continuità occupazionale e una maggiore copertura dell’indennità di cassa;
FERMARE LA STRAGE SUL LAVORO, ottenere un intervento straordinario per garantire la salute e la sicurezza;
REALIZZARE NUOVE POLITICHE INDUSTRIALI attraverso un intervento pubblico - con uno stanziamento di risorse straordinarie aggiuntive del Mef, il coinvolgimento di Cassa Depositi e Prestiti e di Invitalia a cui possono essere aggiunte le risorse dei fondi previdenziali facendo salve le garanzie di rendimento per i lavoratori - per affrontare le crisi industriali e rilanciare un piano di rigenerazione dei settori della mobilità,siderurgico, elettrodomestico, petrolchimico, telecomunicazioni ecc. con precisi vincoli sociali alle risorse del Pnrr per raggiungere gli obiettivi della transizione ecologica ed energetica, a partire dal Mezzogiorno;
CREARE UN NUOVO STATO SOCIALE, che investa su Sanità, Scuola e Università pubblica, con politiche inclusive e di piena integrazione per i migranti, a partire dal superamento della legge Bossi-Fini;
SOSTENERE LA PIATTAFORMA confederale unitaria su pensioni e riforma fiscale.
Il governo, a partire dalla «finanziaria», non ha ancora dato risposte alle richieste di politiche industriali, occupazionali, salariali e fiscali dimostrando di non aver compreso l’urgenza e la drammaticità della situazione dell’industria e delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici nel nostro Paese.
Per tutte queste ragioni l’Assemblea generale del Comitato centrale della Fiom si impegna a promuovere la contrattazione di secondo livello per estenderla con l’obiettivo di «una mensilità in più»; a sostenere con la mobilitazione le rivendicazioni a partire dalla campagna condivisa con IndustriAll Europe «Together in Action» e dà mandato alla Segreteria nazionale di verificare con i livelli confederali, Fim e Uilm e insieme ai livelli territoriali, in assenza di risposte urgenti, la costruzione di iniziative - anche articolate - e un pacchetto di ore di sciopero da effettuarsi a sostegno delle rivendicazioni e delle piattaforme già avanzate al governo e alle controparti.
Assemblea generale del Comitato centrale della Fiom-Cgil
Roma, 9 novembre 2022