A Taranto, Fim e Uilm hanno firmato un accordo territoriale separato che, in deroga alla normativa del Contratto nazionale e alla legge, mette in discussione i diritti e aumenta a dismisura la precarietà e l'incertezza, peggiorando le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori assunti con contratto a termine.
Fim e Uilm si sono messe d’accordo con l'Associazione degli Industriali di Taranto per rendere ancora più precaria la condizione dei metalmeccanici, in deroga agli stessi peggioramenti introdotti dal governo Renzi per i contratti a tempo determinato con la legge n. 78 del 16 maggio 2014, che prevede la possibilità di assumere contratti a termine fino al limite del 20% dei dipendenti, la cancellazione della causale e l'aumento fino a 5 proroghe dei contratti nei 36 mesi.
Senza alcun mandato e senza alcuna verifica sulla loro reale rappresentatività, hanno sottoscritto un accordo con Confindustria Taranto che prevede per le imprese:
- la possibilità di instaurare un numero di contratti a termine fino al limite del 40% dei dipendenti, raddoppiando il già ampio limite previsto dalla legge;
- la possibilità di aumentare di 15 mesi in ogni azienda il periodo di durata massima del contratto a termine innalzandolo a 51 mesi;
- la possibilità di ridurre l'intervallo tra due contratti a termine (da 10 a 5 giorni se inferiori a sei mesi, da 20 a 10 giorni se superiori).
La Fiom in ogni territorio e a livello nazionale da anni è impegnata per introdurre limiti e vincoli alla precarietà, a contrattare e a firmare accordi aziendali e nei grandi gruppi nazionali per ridurre la precarietà e stabilizzare i lavoratori e le lavoratrici assunti con contratti di lavoro precari.
Contrastiamo anche con la mobilitazione la pratica degli accordi separati e delle deroghe alle leggi e ai contratti a livello aziendale e territoriali
Tutti in piazza con la Fiom il 25 ottobre a Roma