Venerdì 11 marzo 2022, ignorando totalmente gli accordi presi in sede d’incontro, l’azienda ha inviato ai dipendenti una lettera in cui rende palesi sia le intenzioni di risolvere la situazione a proprio vantaggio scavalcando sindacati, RSU e Regione Veneto. Nella lettera appare evidente il ricatto dell’azienda nei confronti di lavoratrici e lavoratori attraverso la richiesta di riprendere immediatamente la produzione per poter avere dall’azienda la disponibilità a trattare singolarmente le condizioni di ciascun dipendente, condizioni, tra l’altro, del tutto fuori luogo. Una posizione assolutamente inaccettabile quella dell’azienda che ha provocato indignazione e rabbia sia nelle lavoratrici e nei lavoratori che nei sindacati.
Stamattina, sempre in maniera unilaterale, l’azienda ha inviato due camion a Due Carrare per caricare materiale da far arrivare a Rivanazzano. La RSU ha dichiarato sciopero fino alle 15, ora di inizio dell'assemblea che è stata indetta dopo la ricezione delle lettere, e i dipendenti si sono schierati davanti al cancello dell'ingresso merci per bloccare quest’azione prevaricatrice dell’azienda.
È indispensabile, a questo punto, ricordare che, se anche il gruppo è in perdita, la sede di Due Carrare, ha una perdita irrisoria rispetto a quella totale e questo va forse imputato al fatto che il gruppo non ha nemmeno stabilito un piano industriale annuale o triennale, ma ha redatto esclusivamente un piano finanziario che non tiene conto delle competenze, delle offerte e degli ordini attivi nelle diverse sedi del gruppo. Ordini e offerte che non mancano per lo stabilimento di Due Carrare che, di certo, si distingue per la professionalità di lavoratrici e lavoratori con competenze iperspecializzate che progettano e realizzano impianti di trattamento gas e componenti per impianti Oil&Gas.
Un altro aspetto di cui è necessario parlare a questo punto della vertenza è il portafoglio clienti che questa sede ha all’attivo fatto di clienti italiani come Ansaldo Energia, Italgas, Saipem, Enel Energia, Edison e stranieri, sia europei (EDF, Technip e Total – Francia, Iberdrola e Cobra – Spagna) che extraeuropei con aziende e società con sedi o impianti in Egitto, Arabia Saudita, Qatar, Algeria, Bangladesh, Tunisia, Israele, Libia, Iraq, Perù e Messico.
“Crediamo che l’azienda si stia comportando in maniera scorretta sia nei confronti dei propri dipendenti che dei sindacati che delle istituzioni. È impossibile riuscire a ragionare con una dirigenza che pensa solo al proprio tornaconto in maniera così subdola e con tale mancanza di etica e di buon senso. Speriamo che la convocazione del Mise arrivi al più presto per poter portare ad un tavolo di contrattazione l’intera vertenza e le istanze di lavoratrici e lavoratori. Dopo la lettera di venerdì e il tentativo di spostamento dei materiali di stamattina pensiamo che l’abuso di potere sia purtroppo la modalità d’azione di questa dirigenza, dal canto nostro con lo sciopero e l’assemblea di oggi inizia la parte più serrata della lotta perché lavoratori e Rsu non hanno intenzione di chinare il capo di fronte a queste prevaricazioni. E noi saremo, come sempre, al loro fianco fino alla fine.” Hanno dichiarato Michele Iandiorio della Fiom e Luca Gazzabin della Fim.