Anche oggi i lavoratori della ACC sono in lotta!
Oggi sciopero e presidio sotto la Regione del Veneto per la difesa del posto di lavoro.
Quello che si sta consumando è un vero e proprio delitto industriale. Dopo anni di sofferenza e precarietà, dopo anni di gestioni aziendali affidate a finanzieri senza scrupoli e ad imprenditori incapaci, le lavoratrici e i lavoratori della ACC di Borgo Valbelluna con le loro lotte, sono riusciti a conquistare una possibilità concreta di salvataggio dell’azienda in cui lavorano e con questo una speranza di continuità lavorativa.
Infatti grazie al contributo delle lavoratrici e dei lavoratori, del Commissario a cui era stata affidata la conduzione dell’azienda dopo la travagliata stagione “cinese”, e all’ impegno del precedente sottosegretario allo Sviluppo, si era arrivati alla definizione di un progetto che prevedeva la costituzione di un nuovo polo dei compressori (denominato Italcomp), che comportava la fusione della stessa ACC con l’Embraco di Riva di Chieri (Torino).
Con Italcomp si sarebbe dato vita al più grande polo di costruzione e implementazione di compressori in Italia in grado di competere con i più grandi player esteri. Questo lungimirante progetto avrebbe non solo consentito la ripartenza di due realtà produttive come Embraco e ACC e garantito l’occupazione per i 700 lavoratori che vi operano, ma avrebbe rappresentato anche un esempio di uscita dalla crisi attraverso una chiara idea di politica industriale mediante l’intervento diretto dello Stato.
Ma dopo essere stato presentato in pompa magna, dopo essere stato descritto nei minimi particolari ed avere ricevuto il più ampio consenso dalle maestranze, dai loro rappresentanti e dalle autorità locali, il progetto non è sopravvissuto al cambio di Governo e di guida del Ministero dello Sviluppo Economico!
Infatti fin dall’ insediamento dell’attuale Ministro leghista Giorgetti, il progetto Italcomp ha visto prima la sospensione degli incontri e degli approfondimenti e poi la definitiva bocciatura. Il Ministro ha negato l’intervento diretto del Governo in termini di partecipazione economica, ed in seguito ha negato la possibilità (promessa e poi smentita) di uno strumento legislativo dedicato: un emendamento al Decreto Sostegni che includesse la possibilità di accedere a quei fondi necessari alla continuità produttiva.
Ora, quindi, per scelta politica, la ACC, realtà produttiva che ha commesse e ordini importanti ancora attivi, si trova nelle condizioni di dover sospendere la produzione. L’assenza delle risorse economiche utili ad acquisire le materie prime e a garantire la normale attività non permette alcuna prospettiva di uscita concreta dalla crisi.
Nel contempo assistiamo ad imbarazzanti esternazioni inerenti a fantomatiche aziende private interessate all’ acquisto dell’ACC, ma che allo stato dei fatti sono solo parole…
Al Governo della Regione Veneto chiediamo:
- Condivide il superamento del progetto Italcomp, che ad oggi rimane l’unico progetto serio?
- Se condivide la posizione di Giorgetti, che equivale alla chiusura e al licenziamento di 300 lavoratori bellunesi, quali sono le proposte alternative?
- Cosa pensa di fare, concretamente e in tempi utili, per garantire le risorse economiche indispensabili?
- Pensa di intervenire con il sistema bancario o con il coinvolgimento dei fondi regionali?
IL TEMPO DELLE PACCHE SULLE SPALLE E DELLE PAROLE È FINITO! VOGLIAMO INTERVENTI RAPIDI E CONCRETI!
FIM FIOM UILM BELLUNO
12 maggio 2021